in basso a destra: A. Tischbein 1850.
Emma Ritter von Zàhony, ritratta in leggero tre quarti verso sinistra, rivolge i suoi grandi occhi azzurri verso l'osservatore senza timore. La bambina indossa un delizioso abitino bianco ornato sulle maniche da nastri azzurri, che le lascia scoperte le spalle, sul delicato incarnato delle quali spicca il cordoncino scuro cui è appesa una crocetta d'oro. Con il braccio sinistro regge un cappello di paglia riempito di fiori, mentre nella mano destra tiene un bocciolo di rosa.
Emma Maria Anna Ritter von Zahony nacque a Trieste il 27 luglio 1847 nella villa del nonno Giovanni Guglielmo Sartorio, come primogenita di Heinrich e Angiolina. Il 30 giugno 1866 sposò il conte Laval Geremia Antonio Nugent (1843-1923), appartenente a una famiglia nobile irlandese che poteva vantare tra i suoi membri Laval Nugent conte di Westmeath, personaggio dalle indubbie capacita militari. La giovane fu particolarmente dotata nella danza, nel canto e nella recitazione e le sue esibizioni erano molto apprezzate. Dal matrimonio nacquero quattro figlie: nel 1867 Eleonore Maria (Elly), nel 1868 Emma Maria (Picky), Maria Carolina, deceduta dopo due giorni e, infine, nel 1872, un’altra Maria Carolina. Quest’ultimo parto, tra le mura della casa paterna goriziana, fu fatale alla giovane donna e alla neonata che mori il giorno dopo la madre. L'autore del ritratto, August Anton Tischbein, apparteneva a una numerosa famiglia di artisti tedeschi, il cui membro più importante fu, senza dubbio, il suo secondo cugino Johann Heinrich Wilhelm Tischbein, celebre ritrattista di Goethe e direttore dell’Accademia di Napoli. Egli si stabilì a Trieste nel 1838, dove diede inizio alla sua attività di illustratore. L’artista è particolarmente noto per le "Memorie di un viaggio pittorico nel Litorale Austriaco" del 1842, un album di litografie, realizzate da Tischbein e da August Selb e accompagnate da un testo di Pietro Kandler. La medaglia d’oro al merito, ricevuta dal re del Belgio per un album di acquerelli, suggello senza dubbio la perizia che il tedesco rivelò in questa particolare tecnica, impiegata sia nella realizzazione delle vedute, sia nella ripresa dei costumi tipici, sia nel campo della ritrattistica di piccole dimensioni. Proprio tra queste opere deve essere inserito l’acquerello in esame, molto vicino, dal punto di vista tecnico, al Ritratto di due bambini della famiglia Franer (CMSAT inv. 13/2323), dello stesso anno, al Ritratto di Carolina Ritter von Zàhony (scheda OA 133189, inv. 1810) del 1851 e a un altro ritrattino ad acquerello di Emma del 1852 (scheda D 10475, inv. 2058): i quattro lavori condividono l’uso della biacca che risalta sulla superficie color seppia della carta, un particolare contrasto cromatico che troviamo riproposto anche nelle litografie e nei relativi disegni preparatori.
Verde sublime, Catalogo, in Verde sublime. Il parco Coronini Cromberg e la rappresentazione della natura tra Neoclassicismo e Romanticismo, Gorizia 2020
Geroni L., Schede, in Donne allo specchio. Personaggi femminili nei ritratti della famiglia Coronini, Gorizia 2017
Ferrari Benedetti S., La storia e gli affetti. Un percorso tra opere d'arte, foto d'epoca e documenti d'archivio della collezione Coronini Cromberg / Schede, in Neoclassico e Biedermeier dalle collezioni Coronini Cronberg di Gorizia, catalogo della mostra a cura di, Gorizia 2004