verso: Villa Sachetti
Scorcio di paesaggio alberato con le rovine di Villa Sacchetti, ormai ricoperte dalla vegetazione spontanea, che si stagliano monumentali in alto a destra. L’edificio era caratterizzato da un’ampia facciata con un’arcata e una nicchia monumentali, fiancheggiate da una doppia scalinata.
Come la maggior parte degli artisti che fin dal XVI secolo giungevano a Roma da ogni parte d’Europa, attratti dalle vestigia dell’antichità e dai capolavori dei grandi maestri del Rinascimento, anche Francesco Caucig non rimase immune al fascino della Città eterna e dei suoi monumenti più rappresentativi. In parte esercizi accademici, in parte suggeriti dal fiorente mercato che ruotava intorno alla crescente richiesta da parte dei viaggiatori del Grand Tour e dei collezionisti, i disegni di vedute urbane e i paesaggi della campagna romana erano un genere praticato dalla maggior parte dei giovani studenti delle accademie e rappresentano una parte cospicua dell’intensa attività grafica condotta da Caucig negli anni del suo soggiorno romano. Progettata tra il 1637 e il 1639 da Pietro da Cortona Villa Sacchetti sorgeva nei pressi della via Aurelia a ovest di Roma: caduta in rovina nel corso Settecento, fu demolita nel 1859.
Bragaglia Venuti C., Francesco Caucig goriziano, 1755-1828. L'uomo, l'artista, il testimone di un'epoca, Udine 2023
Röll J./ Rozman K., Franz Caucig. Italienische Ansichten, Mainz und Ruhpolding/ Petersberg 2018
Drigo A., Schede, in Ottocento di frontiera. Gorizia 1780-1850. Arte e cultura, Milano 1995