Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
verso: Schloss Cronberg als Ruine. 1920 / Gemalt von Prinzessin Mary Windischgraetz
L'acquerello riprende la facciata nord del castello di Cronberg (Kromberk) da una visuale d'angolo, con il portale d'ingresso in pietra, la sovrapporta in ferro battuto e la torre intonacata di giallo e rosa molto danneggiata; nei pressi il verde cresciuto senza cura, nascondendo a breve distanza i muri cadenti della torre a sud.
L'autrice dell'acquerello, Maria Windisch-Graetz, apparteneva a una famiglia d'alto lignaggio, di antica origine stiriana. Con questa prestigiosa casata, che vantava vincoli di parentela anche con gli Asburgo, i Coronini Cronberg ebbero ripetute occasioni di contatto quando non duraturi legami di amicizia. Figlia del principe Franz Windisch-Graerz e della contessa Margarete Harrach zu Hohrau und Thannhausen, nacque in Austria a Rohrau nel 1896 e si spense a Oberalm, vicino Salisburgo, nel 1988. Frequentò l'Accademia di Belle Arti di Vienna, ma senza coltivare ambizioni artistiche. La qualità del dettato pittorico rivela la mano di chi certamente è stato educato al controllo di questa non facile tecnica e vi trova svago e diletto, senza che dall'emozione sortisca un risultato artistico di particolare rilievo; affiora, piuttosto, il tono elegiaco di un ricordo fermato senza fretta, lasciato a una stesura che è di tocco, particolarmente nella macchia confusa della vegetazione. Guglielmo Coronini, legato per sentimenti e affetti alla dimora di Kronberg, dopo l'incendio che la devastò nel 1915 elaborò e diresse il piano di recupero dell'edificio a partire dal 1936, apportando significative modifiche, tra cui la sopraelevazione del corpo centrale: per molti anni, intanto, il castello sarebbe rimasto testimone delle brutali distruzioni recate dalla guerra. Cosi lo vide nel 1920 Maria WindischGraetz.
Brazza S., Schede, in Paesaggi e vedute, Gorizia/ Torino 2003