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Il disegno raffigura un tratto di uno degli acquedotti romani che si trovano in prossimità di Tivoli circondato dalla vegetazione. Dal primo piano in lieve pendio, la vista si apre sull’acquedotto, dominato dalle alte cime di gruppi di pini marittimi e cipressi e cinto da una fitta vegetazione costituita da cespugli e basse piante. Sulla destra si intravedono le prime alture dei monti Tiburtini.
Il disegno, al pari di un foglio analogo (D_11540), raffigura un paesaggio suggestivo. L'opera umana dell'acquedotto sembra fondersi armoniosamente con la natura circostante. I pini marittimi e i cipressi, con le loro alte chiome, conferiscono al luogo un'atmosfera maestosa e antica, sottolineando la persistenza del passato nel presente. Nobile, attratto dalle architetture romane, replica questo scorcio che dovette particolarmente apprezzare, variandone leggermente il punto di vista e l’angolo di ripresa ed eliminando sullo sfondo le cime dei monti Tiburtini, favorendo la concentrazione dello spettatore sull’elemento veramente importante, ovvero la coesistenza armoniosa tra la storia umana e la natura, con l'acquedotto romano che si erge come un testimone duraturo di un'epoca passata, immerso nella bellezza della campagna circostante.
Pavan G., Pietro Nobile. Architetto (1776-1854). Studi e documenti, Gorizia 1998