disegno, Predonzani Dino, XX

Motivo astratto con rettangoli, uno bianco e uno blu, e colature di colore.

Il lavoro in esame fa parte dell'ultima fase di attività del maestro, il secondo momento informale (1963-1971). Nel Fondo Predonzani dell'Ateneo triestino è confluita una parte dei circa centoquaranta disegni di questo periodo già conservati nell'archivio dell’artista pervenuto alla nipote Lia Brautti.
Per quanto concerne la tecnica, l'autore lavora in questo modo: prima passa sulla carta la cera e in un secondo momento l'inchiostro di china. La cartella in cui sono conservati questi lavori nel Fondo custodito dall'Università riporta per l'appunto l'indicazione "Disegni cera".
L'anno di questo lavoro - 1965 - è stato il meno attivo del maestro. La data sul retro sembra essere stata apposta in un secondo momento perché è al contrario rispetto a quello che è il verso di lettura dell'opera.
In questo disegno Predonzani divide lo spazio con due rettangoli, uno più grande e uno più piccolo, alla maniera di Marc Rothko. Le colature di colore sono misurate, vicine allo stile di Sam Francis e Morris Louis, una pittura gestuale che fa riferimento anche, ovviamente a Jackson Pollock, ma in modo più controllato, nella misuratezza che contraddistingue l'artista capodistriano.
Questi riferimenti sono stati suggeriti alla scrivente da Livio Schiozzi, prima allievo e poi amico e collaboratore di Predonzani, nel corso del lavoro di studio e rielaborazione del materiale della collezione Brautti per la tesi di laurea "Dino Predonzani pittore (1914-1994): itinerario critico".
In una cartella dell'artista, anch’essa in possesso dell'Università degli studi di Trieste, sono raccolti vari ritagli e articoli di giornale che documentano i suoi riferimenti iconografici e l'aggiornamento dell'artista anche relativamente all'arte americana del periodo, ad esempio c'è una pagina che illustra proprio la pittura di Pollock, Francis, Rothko e altri.