recto, in basso a destra: Nicolò Pertsch Arch.
recto, al centro: Progetto nell'interno della Casa fu d'Isay ora a nome del / Cavaliere Dott. de Rossetti
recto, sopra le piante superiori: Pianta del Piano terreno / Pianta del primo Piano
recto, sotto le piante inferiori: Pianta del terzo Piano / Pianta del secondo Piano
recto, sopra lo spaccati a destra: Profilo della linea del taglio A. B.
recto, in basso: Scala di Klftr di Viena [sic] per le Piante e Profilo
recto, al centro a sinistra: Klafter di Vienna per la Mappa
recto, al centro: NB. Numeri arabici dal 1 al 11 indica Camere grandi di 12 Klfter quadri / Numeri romani dal I al XIII indica Camere medie di 9 Klftr quadri / Lettere grandi dal A al N indica Camere piccole di 6 Klftr quadri
Il progetto presenta le piante degli interni e lo spaccato della casa del Cavaliere de Rossetti.
Progetto di un nuovo edificio da erigersi dietro il cortile di un palazzo di piazza della Legna, attuale piazza Carlo Goldoni, a Trieste, come si evince dal disegno stesso: al centro, a sinistra, in colore rosa la fabbrica nuova mentre in grigio quella "esistente", al centro il cortile. Il disegno presenta lo spaccato e le piante del piano terreno, del primo, secondo e terzo piano. Il piano terreno e il terzo sono a sinistra nel foglio, il primo e il secondo a destra. La misura è quella antica, tedesca. Come si legge nella nota sono previste camere grandi, medie e piccole e poi, in particolare, al piano terra un "Locale per la legna da fuoco", "Cassoni x altri utensili", al primo piano un "Salone per le sedute", al terzo piano i "Locali per il Portinaio". Il disegno è firmato da Nicolò Pertsch, figlio del ben più noto architetto Matteo Pertsch (Buchhorn 1769 - Trieste 1834). Scarse sono le notizie sul maestro e sul suo operato, limitato a causa del cattivo stato di saluto. A Trieste, dove fu attivo, poté portare a termine solo pochi edifici, tra i quali si ricorda, in particolare, la sistemazione della Villa Sartorio (oggi Museo). Il foglio fa parte del nucleo di opere donate all'Ateneo triestino da Letizia Svevo Fonda Savio (figlia di Italo Svevo), ossia la collezione del marito Antonio che comprende, oltre a questo e ad altri sette disegni architettonici, altre cinquecentocinquanta e più opere tra dipinti, grafiche, stampe e carte geografiche, variamente datate tra il Cinquecento e il Novecento, oltre al corpus di libri, manoscritti e documenti.