disegno, Cadorin Guido, XX

Oggetto
disegno
Soggetto
ebbrezza di Noè
Autore
Cadorin Guido (1892/ 1976)
Cronologia
1944
Materia e tecnica
carta/ penna, inchiostro, acquerellatura
Misure
mm - altezza 175, larghezza 285
Codice scheda
D_12234
Collocazione
Trieste (TS)
Sede del Dipartimento studi umanistici
smaTs. Archivio degli scrittori e della cultura regionale
Iscrizioni

Noè ebbro, nudo, è disteso a terra con le spalle appoggiate a una botte, ai lati della quale si scorgono due dei sui figli che lo osservano. In primo piano a sinistra una vite carica di grappoli d'uva.

Come le altre opere d’arte di proprietà di Bruno Maier, anche quella in esame è giunta nelle collezioni dell’Archivio degli scrittori e della cultura regionale grazie alla preziosa intermediazione di Elvio Guagnini. La data 1944 apposta in calce al foglio è certamente da mettere in relazione con la personale del pittore allestita nel maggio di quell’anno alla Galleria Trieste, che faceva seguito alla lunga permanenza in città durante gli anni trenta per la complessa realizzazione dei mosaici dell’abside della cattedrale di San Giusto (A. Maraini, Mosaici dell’abside di S. Giusto a Trieste, “Architettura e arti decorative”, XIII (1934), pp. 597-601; R. Marussi, I Mosaici di Guido Cadorin nella Basilica di San Giusto a Trieste, “Arte cristiana”, XXI (1939), pp. 338-341). I toni della dedica potrebbero infatti far pensare a un dono dell’artista all’allora giovanissimo laureando Maier (1922-2001) per compensarlo, come d’uso, di un suo intervento in occasione della mostra. Maier infatti non era nuovo a contributi critici in campo storico-artistico, come dimostrerà negli anni successivi anche la sua partecipazione all’attività editoriale della rivista “Vernice” (N. Zanni, La collaborazione di Bruno Maier a «Vernice», in Bruno Maier e i «compositori di vita». Un critico e i suoi autori, “I Quaderni dell’Archivio”, 21, Trieste, Archivio e centro di Documentazione della Cultura Regionale, 2013, pp. 21-22). Sul piano stilistico il foglio risente del momento tormentato dell’autore, che dopo le serene impaginazioni novecentiste degli anni trenta, sembra risentire della difficile situazione dell’Italia in guerra trasformando quelle tensioni in un forte e a tratti aspro contrasto chiaroscurale, pur mantenendo intatta la solidità impeccabile dell’impianto compositivo. Come scriveva l’anonimo recensore del “Piccolo” (forse lo stesso Maier): «lo sentirete immaginoso anche nel disegno: nei disegni dove trovate sempre l’energia del suo sogno personale e la sintesi luministica del chiaroscuro. V’è qualche disegno dove il numero delle figure, la molteplicità dei piani, la complessità dei rapporti necessari all’unità e alla drammaticità della scena, costituiscono incredibili difficoltà d’impostazione per l’esecutore: Il Cadorin ne esce trionfante» (La mostra personale di Guido Cadorin alla Galleria Trieste, “Il Piccolo di Trieste”, 21 maggio 1944).

BIBLIOGRAFIA

De Grassi, Massimo, Schede, in "Ricorda e Splendi". Catalogo delle opere d'arte dell'Università degli Studi di Trieste, Trieste 2024