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in basso a destra: Le Ventre de Paris
in basso a destra: Le belle Normande
in basso a destra: C. C. / 1966
Il disegno raffigura un brano del romanzo “Il ventre di Parigi” di Émile Zola, nello specifico il brano in cui è descritta la pescivendola soprannominata “La Normande.” La donna si impone come protagonista assoluta della composizione. Dietro di lei si vedono banchi di pesce, tra i quali si distinguono chiaramente tonni, razze e vari tipi di crostacei.
«Una donna alta e bruna sospinse la porta della bottega. Era proprio quella; era la bella pesciaiola, Luisa Méhudin, soprannominata la Normanna. Costei aveva una bellezza audace e pelle bianchissima e fina: era complessa quasi quanto la Lisa; ma aveva occhi più arditi, e seno più vivo e palpitante. Entrò in bottega baldanzosa, con una grande catena d’oro che le risonava sul grembiule, col capo scoperto, pettinato alla moda, e con appuntato sul petto un bel fiocco di pizzo che la faceva brillare al mercato [...]». Così Zola, nel Ventre di Parigi, descrive la belle Normande; un vivido resoconto che sicuramente affascinò Ciro Cristofoletti. L'artista, ispirato da questo ritratto, ha catturato l’essenza della bella pescivendola in modo magistrale. Nella sua raffigurazione, la Normande domina la scena proprio come nel testo di Zola: forte, sicura di sé, quasi una sovrana nel suo regno. Circondata da pesci di ogni tipo, dai tonni ai crostacei, il suo atteggiamento appare fiero e accentuato da una gestualità teatrale tanto da renderla protagonista assoluta della composizione.