AREA AD USO FUNERARIO, periodo romano, secc. I-II d.C.

Si tratta di scoperte effettuate agli inizi del Novecento tra le vie Pondares, Sant'Apollinare e della Madonnina. Piero Sticotti ricorda il rinvenimento di un recinto funerario di cui conosciamo la pedatura (12 x 15 piedi, pari a 3,5 x 14,80 m circa) tramite il cippo angolare rinvenuto ancora in situ (I.It. X, 4, 45: iscrizione menzionante il nome del defunto Sex. Vibius Cordo, databile al terzo quarto del I secolo d.). All'interno del recinto, di cui fu rilevato l'angolo nord-orientale (largh. muro 60 cm, alt. cons. 60 cm), fu ritrovata un'urna cilindrica di calcare, già manomessa, contenente un ago in bronzo; intorno ad essa furono evidenziati resti di rogo e furono recuperati frammenti vitrei e ceramici, una moneta di Claudio e ossa animali (evidentemente da ricollegare a offerte funebri). Nell'area esterna al recinto furono poi messe in luce altre sepolture: una in anfora, una entro cassa di arenaria con una moneta di Augusto, e tre entro urna, di cui due lapidee e una fittile; in quest'ultima si conservavano una moneta di Claudio e una lucerna del tipo Firmalampe con bollo VETTI, ornata da maschera tragica.

L'area sepolcrale, databile tra la seconda metà del I e il II secolo d.C., doveva essere più ampia: a sud e a sud-ovest, fin quasi a via della Madonnina, si rinvennero in maniera sporadica altre testimonianza probabilmente riferibili a ulteriori sepolture. Il recinto sorgeva lungo un percorso viario che fu anch'esso rilevato nello scavo all'incrocio tra via Pondares e via S. Apollinare (SI 1175).