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Nel 1973 venne scoperto al Villaggio del Pescatore un inghiottitoio (Catasto Regionale delle Grotte 2631; VG 4850) il cui sgombero, effettuato a cura di alcuni soci del Gruppo Speleologico Flondar, portò al rinvenimento sul fondo della cavità di una serie di oggetti di bronzo in associazione con un asse repubblicano della fine del II secolo a.C. e con resti ossei attribuibili a due individui di sesso maschile e di età adulta. Gli oggetti in bronzo consistevano in dieci dischi di circa 42/43 mm di diametro e otto di circa 18/23 mm. Uno dei dischi "grandi" risulta fornito del bottone tipico per il fissaggio su cuoio; sei presentano soltanto tracce di stagno di forma circolare o pseudo-quadrangolare, che possono indicare un tipo di fissaggio oggi sparito, del quale va tuttavia sottolineata la fragilità. Tre, infine, conservano un chiodo ripiegato, originalmente fissato su un sostegno organico, il cui spessore può essere ricondotto anche ad un indumento di cuoio.
Dalla disposizione delle ossa si potrebbe ritenere che i 2 individui siano stati gettati nella cavità e successivamente coperti con alcune grosse pietre.
Tempus edax, Tempus edax rerum, "Il tempo che divora ogni cosa" (Ovidio, Metamorfosi, 15, 234). Roma e il Timavo. Appunti di ricerca, Trieste 2001
Maselli Scotti F., Il territorio sudorientale di Aquileia nell'antichità, in Antichità Altoadriatiche, 1979, XV, 1