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A Vissandone, ad ovest dell’abitato, si possono vedere tracce della cortina intorno alla chiesa di San Michele Arcangelo. Il 5 dicembre 1411 Pippo Spano da Firenze fu mandato in Friuli, proveniente dall’Ungheria, dall’imperatore Sigismondo. In quest’occasione bruciò la cortina. Ricostruita con un fossato e una bastionatura, fu bruciata una seconda volta durante l’incursione turca del 1477. Parte della cortina tuttavia sopravvisse e la distruzione dei bastioni avvenne nel XVIII secolo, quando il comune decise di dare la cortina in affitto perpetuo ai confinanti, così da dilatare i loro sedimi a patto però che nessuno avesse ad ingombrare con fabbriche la veduta della Chiesa. La cortina di Vissandone è ancora identificabile a livello di basamento e non solo. Il lato nord in alcuni porzioni è alto ancora 4 m e, a fianco di quello ovest, si avverte la traccia del fossato colmato, ampio una decina di metri, oggi ricoperto da una fitta vegetazione. La cortina aveva forma pressoché rettangolare. All’interno della chiesa sono stati rinvenuti lacerti di affreschi trecenteschi ed è probabile che, quindi, la chiesa più antica sia stata inglobata negli ampliamenti di XVIII e XIX secolo. Il campanile ha una struttura a torre isolata rispetto alla chiesa; si può supporre che sia stato ricostruito sui resti della torre della centa.
La centa di Vissandone è ancora in parte leggibile.
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