Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
Dalle vicine cave giungeva la marna, e nel reparto crudo veniva ridotta in farina da potenti mulini; la farina veniva cotta a 1500 °C nel forno rotante che la trasformava in clinker; questo passava al raffreddatore e da qui giungeva al reparto cotto, dove veniva ulteriormente macinato e miscelato con gesso e loppa (sabbia di grana grossa, scarto di fusione degli altiforni, che veniva precedentemente fatta passare all’essiccatore). Il cemento così ottenuto veniva inviato al reparto insacco.
Il complesso, con ingresso ad Ovest, era costituito da un grande corpo disposto lungo la ferrovia, con asse Est-Ovest, dove erano inglobati i vari processi produttivi, a pianta rettangolare irregolare; e da un edificio a Nord, a L inclinata, destinato a mensa, officine, magazzini. All’estremità Est del corpo principale il reparto crudo: scarico della marna, tramogge per il caricamento dei mulini, mulini per il crudo. A seguire il forno rotante per la produzione del clinker, successivamente macinato in appositi mulini nel reparto cotto. A chiudere, ad Ovest, il reparto insacco: tramogge per la raccolta e stoccaggio del cemento finito, sili e rotativa per l’insacco. Molto discosta, ad Est dell’Italcementi affacciata su Viale Bottego, la villa del direttore. Gli impianti erano contenuti entro alte strutture lineari in c. a. e laterizio, tetto piano o a falde coperte in ondulato prefabbricato.