Collezione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Collezione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia

Denominazione
Collezione della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia
Tipologia
artistico

Nel corso degli anni l'amministrazione regionale ha acquistato un numero considerevole di beni a carattere artistico che hanno trovato collocazione negli uffici, nelle sedi di rappresentanza e in alcuni musei. Nella collezione prevalgono le opere, di autori contemporanei locali, acquistate con i fondi della L.R. 57/1979; altre sono state acquisite con modalità diverse come l’arazzo di circa trenta metri quadrati, per fare un esempio eclatante, ora esposto nell’aula del Consiglio regionale. Fu realizzato nel 1974 sulla base di un bozzetto risultato vincitore del concorso nazionale indetto dalla Presidenza della Giunta nel 1972. Un numero limitato di dipinti e sculture, di particolare pregio, sono state affidate in comodato a gallerie, comuni, musei, sia per omogeneità con le raccolte già esistenti ma anche per ragioni di conservazione e di sicurezza. Rientrano tra queste opere del Sei e del Settecento quali L’allegoria dell’abbondanza di Antonio Carneo ora al Museo civico di Pordenone, Le nozze di Guglielmo Pfalz con Anna Maria di Toscana dei Civici Musei di Udine; ma anche di autori contemporanei: Il Palombaro del 1931, per esempio, di Carlo Sbisà esposto al Revoltella di Trieste, i Cavalli in bronzo di Giorgio Celiberti posti all’esterno della Galleria d’arte moderna di Udine.

La catalogazione della collezione

L'attività di schedatura informatizzata della collezione di proprietà regionale è stata avviata dal Centro nel 1998 partendo da una verifica sistematica delle opere iscritte negli inventari patrimoniali. I dati sono stati rilevati attraverso i sopralluoghi nelle varie sedi dislocate in dieci località del territorio regionale. In quell'occasione sono state effettuate anche le riprese fotografiche. Sono state redatte quindi schede inventariali, corredate di immagini digitali, in cui sono registrati i dati essenziali per l'individuazione dei beni storici-artistici suddivisi per tipologie (OA - opere d'arte, quali dipinti e sculture, S - stampe, D - disegni, OAC - opere d’arte contemporanea) che presuppongono tracciati informatici diversi. Per un numero ristretto di opere sono state compilate schede più approfondite di catalogazione nelle quali i dati di tipo inventariale sono stati integrati con altre specifiche informazioni, note storico critiche, riferimenti bibliografici. Tra queste figurano le opere esposte in occasione delle mostre promosse, sulla base del lavoro di schedatura del Centro, dal Consiglio regionale nel 1999 e nel 2001. All'attività di schedatura, che prosegue costantemente nel corso del tempo, è affiancata, ove possibile, anche un'attività dii aggiornamento della collocazione dei beni, in modo da dar conto dello spostamento nelle varie sedi istituzionali.