Il Museo Carnico delle Arti Popolari è il risultato del paziente lavoro di ricerca svolto dal Sen. Prof. Michele Gortani (1883-1966) sul territorio della Carnia a partire dal 1920. La sua formazione scientifica, la sua attività di ricercatore e i suoi interessi poliedrici lo guidarono nel recupero delle testimonianze materiali delle valli della Carnia, andando a costituire il primo nucleo della raccolta etnografica, in seguito enormemente arricchita. L’operazione lungimirante e lodevole si colloca in un contesto storico e culturale significativo, caratterizzato da un lato dal potenziamento dello sviluppo industriale, che progressivamente andava sgretolando la cultura legata alla civiltà contadina, dall’altro s’inserisce nel processo di riscoperta delle identità locali avviatosi in seguito all'unificazione nazionale. Le collezioni, oggi ospitate nel settecentesco Palazzo Campeis, presentano in più di trenta stanze il ricco patrimonio etnografico, artistico ed artigianale raccolto, andando a configurarsi come uno dei luoghi espositivi più importanti in regione. Il lungo arco temporale considerato, dal XIII fino al XX secolo, consente di ripercorrere lo sviluppo dell’economia, della società, della storia del gusto e delle tradizioni del territorio carnico.

La catalogazione

La catalogazione di questa vasta raccolta è stata avviata già nel 1975 e, considerata la varietà delle tipologie presenti, sono stati utilizzati diverti tracciati ministeriali per la schedatura (OA–Opere d’arte, F-Fotografie, O–Oreficerie, T–Manufatti tessuti, D–Disegni, S–Stampe, RA–Reperti archeologici, NU–Beni numismatici, BDM–Beni demoetnoantropologici materiali, ARM–Armi), dapprima cartacei e in seguito informatizzati. Nel corso degli anni le varie campagne di schedatura svolte da qualificati collaboratori, hanno permesso di conoscere e di valorizzare l’ingente patrimonio museale, consentendo la consultazione on line nel SIRPAC di oltre 2000 schede. Maggiore attenzione è stata rivolta ai beni demoetnoatropologici che costituiscono il patrimonio più ingente del museo e ai dipinti per la loro importanza.