Progetto Archivi fotografici cividalesi, fotografico

Progetto Archivi fotografici cividalesi

Localizzazione
Cividale del Friuli (UD)
SOMSI - Società Operaia di Mutuo Soccorso
Denominazione
Progetto Archivi fotografici cividalesi
Tipologia
fotografico

All’inizio degli anni 2000 il Centro regionale avvia una collaborazione con la SOMSI – Società Operai di Mutuo Soccorso e Istruzione di Cividale del Friuli, storica istituzione mutualistica e culturale fondata nel 1870, allo scopo di attuare il progetto denominato “Archivi fotografici cividalesi”. L’idea alla base del progetto era quella di reperire presso alcune selezionate famiglie locali materiale fotografico in grado di illustrare, raccontare e tramandare la storia di Cividale del Friuli e dei Cividalesi. L’attività ha previsto il reperimento del materiale fotografico (restituito alla fine del lavoro), la sua riproduzione digitale mediante scanner, l’analisi e lo studio delle fotografie e la catalogazione tramite la banca dati SIRPAC. Questo modus operandi ha garantito e garantisce da un lato la conservazione virtuale di un materiale fragile e deperibile e il recupero della memoria e della storia della cittadina e della comunità, dall’altro la sua valorizzazione grazie alla pubblicazione on line delle notizie raccolte. Il metodo di individuazione del materiale ha seguito i seguenti criteri: il periodo cronologico, l’autore, la tecnica, il soggetto rappresentato e in alcuni casi la proprietà.

Progetto Archivi Fotografici Cividalesi

Il lavoro svolto nell’arco di un decennio ha consentito l’individuazione e la catalogazione di oltre 7000 immagini fotografiche, attualmente consultabili nella banca dati SIRPAC. Interessante è stato il metodo di indagine, basato non soltanto sulla ricerca bibliografica e d’archivio, ma anche sull’analisi denotativa del materiale e soprattutto sulle informazioni raccolte grazie alle interviste rivolte ai proprietari delle stampe fotografiche. Ascoltare i loro racconti, il cui ricordo è provocato dalla visione della fotografia, significa non solo recuperare informazioni utili nella descrizione dell’immagine – datazione, autore, soggetto – ma soprattutto ricongiungere i fili della storia personale a quelli della Comunità locale e di un territorio condiviso. Le immagini raccolte considerano un periodi storico che va dalla metà dell’Ottocento, fino alla Seconda Guerra Mondiale, con alcune incursioni in periodi più recenti, come nel caso di fotografie scelte per il particolare rilievo documentario. Negli archivi fotografici famigliari di Cividale del Friuli sono presenti esemplari prodotti dai maggiori autori friulani: si ricordano ad esempio i rarissimi e preziosi scatti di Giuseppe Malignani (1812-1878) della seconda metà dell’Ottocento, pioniere della fotografia in Friuli, o di Attilio Brisighelli (1880-1966) e di Carlo (1898-1966) e Luigi Pignat (1864-1915), entrambi esponenti di due dei maggiori e prolifici studi fotografici udinesi. Ma ricorrono soprattutto i nomi di storici fotografi cividalesi o attivi solo per un periodo a Cividale, come Domenico Zanutto (1840-1913), Arturo Verderi (1866-1959), Remo la Porta (1885-1932) o Giacomo Bront (1885-1972). I loro nomi e le immagini reperite negli archivi fotografici famigliari contribuiscono ad arricchire e ad aggiornare le pagine dedicata alla storia della fotografia in Friuli. Non mancano i nomi di autori extra-regionali, soprattutto veneziani, a cui la committenza borghese si rivolgeva per avere ritratti in studio à la page. I soggetti rappresentati sono ritratti in studio di singoli o di gruppo, coscritti, squadristi, militari, scolaresche, campi estivi, emigranti, cori, bande musicali, compagnie teatrali, pellegrinaggi, gite sociali, lavoratori, anche sul luogo di lavoro; ritratti di famiglia nel nucleo ristretto di padre, madre e figli o allargato all’intera parentela, in posa davanti alla propria abitazione o nello studio del fotografo, in particolari ricorrenze e occasioni come battesimi, comunioni, matrimoni e anniversari; vedute di Cividale del Friuli e dei suoi edifici, soprattutto le fotografie più antiche della città, che raccontano di edifici e scorci scomparsi in seguito ad abbattimenti o ristrutturazioni, cantieri di edilizia private o di ingegneria civile di una certa importanza; fenomeni naturali impressi nella memoria collettiva, una nevicata storica o le piene del fiume Natisone; reportage di guerra, documenti di particolare interesse storico, sebbene spesso di non altissima qualità estetica in quanto eseguiti da fotografi non professionisti, che si sono trovati ad essere testimoni in prima persona degli avvenimenti; rare sono le fotografie di azioni belliche vere e proprie, mentre più diffuse sono quelle che registrano spostamenti di truppe, rassegne militari, accampamenti, campagne militari all’estero e marce: e infine avvenimenti sociali, visite in città o in regione di personaggi illustri, come il Re o Mussolini, occasione per cui ai fotografi era addirittura imposto di eseguire reportage, come nel caso dei Bront; inaugurazioni, funerali solenni, ricorrenze, festività civili e religiose.

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BIBLIOGRAFIA

Giusa A./ Maring L./ Mattaloni C./ Morandini E./ Pascolini M., Bront, fotografi a Cividale [The Bront Photographers in Cividale], Udine 2006

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