A Montereale Valcellina, nel parco comunale del Dominu, ai piedi del colle del Grizzo, è possibile osservare i resti (in parte ricostruiti) di una piccola necropoli protostorica dell'età del Ferro, dove si praticava il rito dell’incinerazione (ossia della combustione delle spoglie del defunto). Le venti tombe individuate nel corso degli scavi dei recenti anni '80 erano disposte ordinatamente su tre file parallele ai piedi del pendio e consistevano in fosse contenti l'urna con frammenti scelti delle ossa del defunto. Nelle sepolture più recenti, l'urna era protetta da una "cassetta" di lastre di pietra calcarea, mentre le tombe più antiche erano dotate solo di una lastrina di sostegno dell'ossuario. All'interno delle urne, ai resti combusti erano associati alcuni oggetti appartenuti al defunto, oggi conservati presso il Museo Archeologico di Montereale Valcellina. Nel caso di sepolture femminili, si trattava di oggetti ornamentali, come anelli, fibule, spilloni, perle di vetro e ambra, fusaiole, mentre i corredi maschili erano costituiti da strumenti e armi in ferro, come asce, coltelli, punte di lancia. In molti casi era presente una tazzina in ceramica, evidentemente legata al rituale funebre, che prevedeva anche lo spargimento dei residui del rogo sul fondo della fossa. La piccola necropoli fu utilizzata per circa un secolo, tra l’VIII e il VII secolo a.C.; si ritiene non fosse pertinente all'antico abitato di Montereale (i cui resti si localizzano ai piedi del colle del Castello), bensì ad un gruppo familiare o a un piccolo nucleo tribale stanziato sull'altura del Grizzo.