Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi

Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi

Localizzazione
San Vito al Tagliamento (PN)
Museo della vita contadina Diogene Penzi
Denominazione
Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi
Tipologia
etnografico
Sistema museale
Museo provinciale della vita contadina Diogene Penzi

Il Museo provinciale della vita contadina “Diogene Penzi” è ospitato nella barchessa nord di Palazzo Tullio Altan, antica dimora signorile del XVII secolo. L’istituzione è dedicata al professore Diogene Penzi, appassionato studioso, che a partire dal 1950 ha iniziato a raccogliere e collezionare oggetti legati al mondo contadino in un’epoca di profonde e veloci trasformazioni. L’intera collezione, esposta in tre diverse sedi, delle quali quella di San Vito aperta dal 1997 è la principale, comprende oggetti provenienti dalla zona di pianura e montagna del Friuli occidentale databili tra il 1850 e il 1950. L’allestimento si suddivide su due piani e comprende 17 sezioni tematiche riguardanti principalmente la casa contadina, la coltivazione dei campi, l’allevamento, la bachicoltura, la filatura e la tessitura. Le altre due sedi sono: a Cavasso Nuovo, presso la sede comunale in Palazzo Polcenigo Fanna, con una sezione dedicata al lavoro e all’emigrazione, e a Maniago, presso il Museo dell’arte fabbrile e delle coltellerie con la sezione dedicata al legno e al ferro.

Le campagne di catalogazione negli anni Ottanta e Novanta

La catalogazione è stata avviata già nel 1980 ed è rappresentativa delle varie tipologie dei beni esposti in questa sede. Le prime schede cartacee vennero compilate seguendo il tracciato E–beni etnografici; nel corso degli anni queste sono state aggiornate e informatizzate. Inoltre, considerate la ricchezza e l’importanza della collezione, una delle più importanti e complete in regione, numerose sono state le campagne di catalogazione che si sono susseguite negli anni Ottanta e Novanta e che hanno considerato settori specifici del museo. Particolarmente interessante risulta la schedatura degli strumenti per la fienagione, che comprende non solamente gli utensili “classici” come la falce o la forca, ma anche vari attrezzi per il trasporto del fieno, come i particolari telai che venivano caricati sulle spalle o le slitte dotate di ruote amovibili. Ben documentata è anche la lavorazione del latte per produrre formaggio, ricotta o burro: per il valore estetico, vanno segnalati i marchi in legno che imprimevano il monogramma del produttore, spesso accompagnato da complessi elementi decorativi, sui pani di burro destinati alla commercializzazione. Sulle attività agricole, per quanto riguarda la lavorazione del mais, sono stati catalogati gli attrezzi che permettevano di separare i chicchi dai tutoli: si va da complesse sgranatrici meccaniche di produzione industriale, dotate di dischi dentati azionati da ingranaggi mossi da una manovella, a modesti oggetti di produzione domestica, come una piastra metallica bucherellata che ricorda una grossa grattugia.

La bachicoltura

Due progetti di catalogazione sono stati dedicati, nel 2003 e nel 2007, a una selezione degli oggetti appartenenti alla sezione sulla bachicoltura.

La cucina

Nel 2009 l'attività di catalogazione ha riguardato i beni esposti nella sezione cucina.

BIBLIOGRAFIA

Piccinno V., Musei e Collezioni nella Provincia di Pordenone. Museums and Collections in the Pordenone Province, Pordenone 2012

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