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Il Centro studi Nediža, attivo dal 1972, opera sul territorio di confine delle Valli del Natisone (in provincia di Udine) con iniziative che spaziano dall'ambito educativo e sociale a quello più propriamente culturale e di ricerca. A partire dalla fine degli anni Novanta, l'attività dell'associazione si è concentrata sulla realizzazione di campagne fotografiche (documentazione del patrimonio storico e artistico del territorio; indagini sui mutamenti del paesaggio antropizzato) e sul recupero di archivi fotografici familiari, nonché di filmati amatoriali in 8mm e super8, in particolare degli anni Sessanta e Settanta. Il riuso di questi materiali attraverso mostre, pubblicazioni, installazioni e documentari, è finalizzato al racconto delle Valli del Natisone – inquadrate criticamente da angoli visuali spesso inediti – e alla diffusione del loro patrimonio di immagini. Ciò avviene senza obbedire a qualche particolare ortodossia di metodo ma assecondando piuttosto i percorsi che si dipartono da scoperte talvolta inaspettate o in risposta all'urgenza di dare un proprio contributo alla lettura delle vicende che interessano, o hanno interessato, il territorio delle Valli. L'ambizione del Centro è quella di far convivere, al di fuori di ogni prassi specialistica, ambiti solitamente distinti e distanti e all'apparenza inconciliabili, quali possono essere la ricerca storica ed etnografica e l'arte contemporanea, con un approccio per certi versi “sperimentale” nell'utilizzo del materiale trovato.
L'archivio contiene le fotografie e i documenti relativi all'Associazione, le fotografie derivate dalle campagne fotografiche, archivi fotografici familiari e di fotografi dilettanti e non, filmati amatoriali in 8mm e super8, raccolti nel territorio. Un corpus in evoluzione di diverse decine di migliaia di immagini analogiche e digitali relative alla storia e alla cultura nelle Valli del Natisone dal primo Novecento ad oggi. Tra gli archivi familiari sono stati catalogati alcuni ritratti del fotografo di Tercimonte (UD), Tin Piernu (1922/ 1990) che nel secondo dopoguerra fotografa l'ambiente circostante, i piccoli avvenimenti di paese, ma soprattutto ritrae la gente della sua terra, spesso per motivi pratici e per venire incontro alle esigenze dei suoi conterranei che necessitano di fotografie per i documenti di identità o di immagini-ricordo da mandare ai parenti emigrati.