INSEDIAMENTO ABITATIVO, periodo romano

Ambito culturale
periodo romano
Collocazione
Trieste (TS) Barcola
Codice scheda
SI_861

La villa si sviluppava per circa 200 m di lunghezza lungo la costa, con orientamento NO-SE. Secondo l'ipotesi più recente (Fontana 1993; Fontana 2001) il complesso si articolava in 4 nuclei distinti, comprendenti un nucleo centrale, un giardino, le strutture prospicenti il mare e la cd. "palestra" con annesso ninfeo. Il primo nucleo comprendeva gli ambienti di servizio, due piccoli impianti termali, l'atrio, il peristilio e i vani ad esso connessi. Il secondo settore comprendeva non solo il giardino vero e proprio, ma anche gli ambienti rivolti sulla porticus che lo circondava. Del terzo settore facevano parte gli ambienti direttamente affacciati sul mare, la grande esedra e il padiglione sul mare. Infine, del quarto settore, quello della palestra e del ninfeo, facevano parte l'esedra con cortile scoperto e l'ambiente termale. Si distinguono varie fasi edilizie: alla prima (in opera quadrata) appartengono gli ambienti che gravitavano sull'ambulacro B, sul portico aperto verso il mare, la cucina, la latrina, la piscina c, il peristilio U (che si disponeva a SE dell'atrio G', ma con una diversa disposizione dei vani). Essi sono caratterizzati da una decorazione pavimentale omogenea in cui prevalgono gli scutulata con bordura in tessere rosse. Alla stessa fase appartiene anche la realizzazione del giardino nel quale è stata rinvenuta una torretta a pianta quadrata (giardino turrito?). La seconda fase degli inizi del I d.C. comprende il peristilio con colonne in laterizio e gli ambienti su esso aperti e, forse, l'ambiente T' e l'avancorpo sul mare C''. Risalgono probabilmente a questa fase anche la costruzione del padiglione C' a spese dell'ambiente a'. Una terza fase del secondo quarto del I d.C. interessò l'edificio con una massiccia traformazione architettonica: la facciata sul mare venne monumentalizzata ed anche l'esedra Z' e gli ambienti adiacenti. L'area del peristilio venne modificata con la chiusura del lato S (la zona residenziale viene definitivamente isolata); furono realizzati un piccolo ambiente termale ed un secondo vano, sontuoso, connesso alla palestra e al ninfeo. Il vano I era probabilmente un triclinio estivo aperto a S sul giardino, a N su una terrazza ed a O sul mare. Dalla soglia sul lato settentrionale si accedeva ai cubicula: l'ambiente O presentava una decorazione musiva tardo-repubblicana. Verso Nord il vano P, con tessellato a crocette bianche su fondo nero, fungeva da anticamera all'ambiente Q. Quest'ultimo presentava un pavimento in "signino". Il vano R, simmetrico ad O, si apriva sulla passeggiata N. La grande esedra Z', con un diametro di 20 mt, era connessa alla villa attraverso il corridoio N'' e il vano V'. Alle spalle dell'esedra si sviluppava il settore di servizio con la cucina G'' ed altri vani di vario utilizzo (F'' e H''), dotati di pavimentazione in cementizio a base fittile. Un braccio dell'esedra Z'' si prolungava verso Est in un corridoio (B''), che piegava ad angolo retto con una gradinata verso il mare. Attraverso B'' si accedeva all'ambiente C'', absidato sul lato orientale ed aperto sul mare attraverso una sorta di accesso con gradinata praticabile su tre lati (una sostruzione di 1 m ca., sulla quale erano impostati quattro gradini composti da blocchi posati uno sull'altro, probabilmente un "imbarcadero": Degrassi 1957, p. 33).

La villa è stata riesaminata a partire dagli anni '90 dello scorso secolo in uno studio di F. Fontana. Si presuppone un collegamento via terra con Tergeste e via mare con Aquileia e l'Istria. Secondo Degrassi (1957, p. 33, nt. 31), la sponda murata attualmente sotto viale Miramare (già notata da Scrinari: 1951, p. 125), sarebbe da riferire ad una strada più antica dell'età romana. Sia il Kandler che Puschi ritennevano che Barcola fosse sede di un porto romano. Secondo Puschi questo sarebbe stato simile, ma più grande, rispetto a quello di Cedas. Nel resoconto di Puschi si fa menzione della superficie indagata e ricoperta, pari a 3450 mq (Puschi 1890, p. 330).

BIBLIOGRAFIA

Mian G., L'atleta della villa di Barcola, in Terre di mare. L'archeologia dei paesaggi costieri e le variazioni climatiche, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Trieste, 8-10 novembre 2007), Trieste-Piran 2008

Auriemma R./ Degrassi V./ Donat P./ Gaddi D./ Mauro S./ Oriolo F./ Riccobono D., Terre di mare: paesaggi costieri dal Timavo alla penisola muggesana, in Terre di mare. L'archeologia dei paesaggi costieri e le variazioni climatiche, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Trieste, 8-10 novembre 2007), Trieste - Pirano 2008

Fontana F., Le villae maritimae della Regio X, in Abitare in Cisalpina: l'edilizia privata nelle città e nel territorio in età romana : atti della 31. Settimana di studi aquileiesi 23-26 maggio 2000, Trieste 2001

Scagliarini Corlaita D., Le tipologie delle villae lungo il percorso della via Postumia, in Optima via. Postumia, storia e archeologia di una grande strada romana alle radici dell’Europa, Atti del Convegno Internazionale di Studi (Cremona 13-15 giugno 1996)., Cremona 1998

Fontana F., La villa romana di Barcola. A proposito delle villae maritimae della Regio X, Roma 1993

Puschi A., Edificio romano scoperto nella villa di Barcola. Relazione degli scavi eseguiti per cura del Civico Museo di Antichità negli anni 1888 e 1889, in Archeografo Triestino, Trieste 1890, XVI

Degrassi A., I porti romani dell'Istria, in AMSIA, Venezia 1957, 47

Tergeste, Tergeste. Regio X, Roma 1951