in basso a destra, in corsivo: LuisaZanetti
Una struttura architettonica ad archi a tutto sesto si dispone su un luogo desertico. Cielo e deserto creano contrasti tra colori caldi e freddi. E' una composizione modulare formata da 18 pannelli.
La natura sabbiosa del deserto fa immaginare spazi lontani, una realtà ambigua e misteriosa. Accentua la ricerca della spazialità, la rincorsa delle varie prospettive che si allontanano. Il tutto diventa uno spazio illusionistico che ogni osservatore può interpretare secondo la sua fantasia. È ispirato ad M.C. Escher, un artista surrealista che lavorò con architetture, prospettive e spazi impossibili. Per quanto riguarda il cielo rappresentato con le nuvole, c'è il richiamo a Renè Magritte: la terra si mescola con il cielo e gioca con un'architettura priva di spessore. Gli archi novecenteschi ricordano il Palazzo della Civiltà e del Lavoro all'EUR di Roma, opera di Marcello Piacentini, riecheggiato anche nella facciata ad archi a tutto sesto del Tempio di Cargnacco, opera di Giacomo Della Mea. L'opera è stata ideata da Luisa Zanetti, studentessa della 5^G.
Bucco G., Il Sello colora l'ospedale, in La Vita Cattolica, Udine 2007, 9 giugno
Arte Sello, L'arte del Sello approda in ospedale, in Messaggero Veneto, Udine 2007, 31 maggio
Casarsa L., I colori del Sello per rallegrare l'ospedale, in Messaggero Veneto, Udine 2006, 19 dicembre