L'opera rientra nelle serie denominata Virtuality, ispirata alla realtà virtuale, in bilico tra videogame, cinema fantascientifico, internet e tanta letteratura del primo cyberpunk di William Gibson. In questo lavoro l’artista apre le porte della sua immaginazione su di un universo parallelo, dove sinistre energie danno vita ai guardiani delle interfacce d'ingresso. Come Maria, nel leggendario Metropolis, assume le sembianze di donna ammaliatrice per impossessarsi della fiducia degli uomini ed attirarli a se.