Chiara Vecchi Gori realizza in immagini con tecnica informatica le sue poesie, di nascita “analogica” ma trasformate, attraverso l’uso di software grafici, in coloratissime lettere. Dietro la difficoltà visiva di leggere la poesia, tra le lettere apparentemente sconnesse e oltre l’arcobaleno digitale di colori si cela un fragile sentimento, un sussurro appassionato, un ricordo. Questo lavoro, ispirato dal sentimento familiare di una nonna per il proprio nipote, è tratto dalla poesia originale “Tenero cucciolo”: C’è un tenero cucciolo nella mia vita / ha gli occhi di un “non colore” / vivaci, profondi che mi fissano / essendo Lui in / “soporosa sazia” di latte materno / mentre io lo bacio.