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Attraverso cromatismi preziosi, tanto più se ottenuti mediante materiali musivi “naturali” – sassi di fiume, vecchi mattoni etc. – De Luca non punta ad effetti semplicemente decorativi, per quanto raffinati, ma induce alla sospensione contemplativa, favorita dalla sua misuratissima, per così dire rabdomantica percezioni dei ritmi “giusti” in cui le tessere che vanno a costruire l’opera devono disporsi.
Pauletto G., Pitture e sculture del XX secolo, in La Collezione d'arte della Fondazione della Cassa di Risparmio di Udine e Pordenone. Opere del Novecento, Ginevra/ Milano 2008, 2