dipinto murale, Amalteo Pomponio, XVI

Nella parte destra dell'affresco il sacerdote celebra lo sposalizio congiungendo le mani di Maria e Giuseppe. Alle spalle della prima si scorgono i volti di alcune fanciulle, mentre dietro a Giuseppe si affollano molti appartenenti alla stirpe di David con rami in mano, ma solo quello dello sposo è fiorito indicandolo quale predestinato. Gli astanti sono contraddistinti da atteggiamenti diversi: tra essi spiccano il pretendente che spezza il bastone e l'uomo che sporgendosi con tutto il busto dalla balaustra indica la cerimonia al vicino. Sulla sinistra un elegante giovane biodo da le spalle all'osservatore, mentre ai piedi dei gradini è seduto un bambino che gioca con un cagnolino facendogli addentare un bastone e stringe una ciambella nell'altra mano. Sulla parete di fondo si nota un medaglione dipinto a finto rilievo con le truppe del faraone travolte dalle acque del Mar Rosso, che si richiudono al comando di Mosè, in piedi sulla riva.

Secondo Zotti (1905, p. 82) in questo affresco Amalteo riprende le ante dell'organo di Venzone del Pordenone, mentre Cavalcaselle (1973, p. 110) vi individua la partecipazione del fratello di Pomponio, Girolamo. Di quest'ultimo si sa molto poco, ma il suo intervento nel ciclo di San Vito è ammesso da molti studiosi, quali Zotti (1905, pp. 157-158), di Maniago (1823, p. 103), Altan (1832, p. 70), che non indicano tuttavia l'entità del contributo, limitandosi a supporre che Girolamo dovette essere provetto nell'arte quanto Pomponio. La composizione è certamente una tra le migliori del ciclo per la buona impaginazione spaziale e l'affollamento e la vivacità delle figure. Per altre notizie sul ciclo e per la bibliografia aggiornata si veda la scheda OA 3988.