La cena di Betania, dipinto, Lichtenreiter Johann Michael, XVIII

Oggetto
dipinto
Soggetto
cena di Betania
Autore
Cronologia
1745 ca. - 1750 ca.
Misure
cm - altezza 166.5, larghezza 121
Codice scheda
OA_7689
Collocazione
Gorizia (GO)
Musei Provinciali di Borgo Castello
Musei Provinciali. Museo della moda e delle arti applicate

La scena si svolge all'interno di ambiente architettonico cinquecentesco. La composizione è molto affollata, ricca di personaggi disposti attorno ad un tavolo, mentre prendono parte al convivio. A destra è raffigurato Gesù seduto con veste rossa e manto blu. Ai suoi piedi, in ginocchio, la Maddalena, in veste bianca e mantello ocra, gli cosparge i piedi con l'unguento. Accanto a lei vi sono due piccoli vasi. In primo piano, nella parte inferiore della composizione, troviamo a sinistra una figura maschile in ginocchio che sorregge un vaso e, verso destra, due cani. L'architettura che fa da quinta alla scena, vede all'interno di due nicchie, disposte ai lati della composizione, dei vasi color ocra, mentre dall'arco centrale si scorge il cielo azzurro scolcato da nuvole bianche e uno scorcio architettonico.

Descritta come “Cena in casa del ricco Epulone”, la tela veniva attribuita a Giovanni Michele Lichtenreiter da Giovanni Cossar (Archivio Amministrativo Musei Provinciali di Gorizia, Inventari G. Cossar, Fascicolo n. 100 n. 349). Come la tela raffigurante La partenza di Rebecca, il dipinto qui considerato è una significativa testimonianza dell’adesione dell’artista ad una precisa corrente figurativa che si era registrata in ambiente veneto a cavallo del Sei - Settecento. Infatti, in questo periodo a Venezia si era sviluppato un vivo interesse per i maestri napoletani e, in particolare, per l’arte di Solimena che, con la sua fusione di nobile accademismo e drammaticità tenebrosa, influì sulla formazione di pittori quali Piazzetta, Pittoni e Giambattista Tiepolo. Lichtenreiter, considerata la marginalità territoriale in cui si era formato ed aveva iniziato la propria attività, colse tali istanze con un ritardo di vari decenni giungendo, verso la metà degli anni quaranta, anni in cui è databile la nostra tela, ad un fare pittorico vigorosamente chiaroscurato di accresciuta intensità cromatica e luministica, che probabilmente riattivava esperienze brevemente elaborate negli anni precedenti a contatto con l’arte veneta. Giovanni Michele Lichtenreiter nacque a Passau, in Baviera, il 23 settembre 1705, settimo dei dieci figli del pittore Bernhard; agli inizi degli anni trenta si trasferì a Gorizia, forse su interessamento del conte Germanico della Torre, canonico di Passau. Nella città isontina l’artista sposò, nel 1737, Dorotea Dragogna, figlia del notaio Matteo e si stabilì nella casa dei genitori della moglie nel rione di San Rocco. Nel territorio goriziano il primo committente dell’artista fu Sigismondo Attems - Petzenstein per il quale il pittore, negli anni quaranta, realizzò diversi dipinti di soggetto veterotestamentario, cui seguì la serie delle grandi tele decorative destinate alla residenza di campagna degli Attems a Podgora – Piedimonte (Gorizia). Firmati e datati al 1747 sono i due grandi teleri a soggetto storico di palazzo Tacò – Aita di Cormòns (Gorizia), raffiguranti rispettivamente l’Imperatore Carlo V e Francesco I re di Francia mentre stipulano la pace di Madrid e l’Imperatore Carlo V con l’Elettore di Sassonia dopo la battaglia di Muhlberg. Nel 1750 l’artista firmò e datò una pala d’altare raffigurante la Madonna del Buon Consiglio, commissionata dai conti d’Edling per la cappella di famiglia nel Duomo di Gorizia, dipinto successivamente collocato nella chiesa parrocchiale di Piazzutta (Cossar 1948, p. 215) dalla quale sembra poi scomparso (Medeot 1974). Verso la metà degli anni cinquanta Lichtenreiter dipinse anche la lunette a coronamento della parete di fondo della cappella dedicata a Sant’Anna nella villa Coronini – Cronberg di Gorizia. Dopo il primo ventennio di attività nel Goriziano, durante il quale fu legato in prevalenza alla nobiltà cittadina, l’artista instaurò proficui contatti con la committenza ecclesiastica dei territori della valle del Vipacco e del Carso sloveno, che gli garantirono una continuità di incarichi per ben due decenni, come testimoniano gli affreschi della chiesa parrocchiale di Sant’Andrea a Goče (Slovenia), le numerose pale d’altare delle chiese sparse nell’entroterra goriziano, nell’area di Lubiana e nel monastero cistercense di Stična. A Gorizia la testimonianza più notevole della pittura a soggetto religioso di Lichtenreiter è costituita dalle opere realizzate nel decennio 1760-1770 per il monastero di Sant’Orsola che comprendono sei tele raffiguranti soggetti di carattere sacro e quattordici dipinti ritraenti Sante e Santi a mezzobusto attinenti alle vicende relative alla fondazione dell’ordine religioso. (DELNERI 2007, p. 52)

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BIBLIOGRAFIA

Delneri A., Quadri da palazzo. Un percorso espositivo idealmente ispirato alla descrizione inventariale dei dipinti di alcune dimore storiche, in Abitare il Settecento, Gorizia 2008

Delneri A., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Antonello A./ Klainscek W., I Lichtenreiter nella Gorizia del Settecento, Monfalcone (GO) 1996

Malni Pascoletti M., Il Seicento ed il Settecento nel Goriziano, in Enciclopedia Monografica del Friuli-Venezia Giulia, Udine 1980, III/ 3

Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1978

Malni Pascoletti M., La pinacoteca di Palazzo Attems, in Studi Goriziani, Gorizia 1977, XLV

Medeot M., Carlo Michele Lichtenreiter, in Voce Isontina, 1974, XI, 6 aprile

Cossar R.M., Storia dell'arte e dell'artigianato in Gorizia, Pordenone 1948

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