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in basso a destra: ITALICO BRASS/ VENEZIA
La scena è ambientata all'interno di una stanza in penombra illuminata da due finestre con vetri piombati. I personaggi raffigurati sono cinque frati che indossano un saio marrone. Quattro sono seduti e uno è in piedi. Uno dei confratelli, seduto su una panca in posizione leggermente defilata a sinistra, è raffigurato con lunga barba bianca nell'atto di raccontare qualcosa. Gli altri confratelli sono disposti quasi in posizione circolarare intorno a lui, assorti nell'ascolto del racconto. All'interno della stanza vi sono arredi lignei e dei volumi sopra la panca su cui siede il frate oratore.
Il dipinto, entrato a far parte delle collezioni museali nel 1902 insieme con il bozzetto della Via Crucis, era stato proposto all’attenzione del pubblico goriziano due anni prima, all’Esposizione industriale-artistica tenutasi in città e godeva già dell’apprezzamento dei concittadini. Il Cossar, infatti, riferisce che un critico d’arte invitato nel 1899 a visitare lo studio di Brass a Palazzo Attems a Gorizia ebbe parole di lode per il dipinto che aveva definito “una scena parlante […] un quadro non fantastico, ma reale” e, sottolineando il realismo dell’opera, aveva concluso rilevando come l’immagine fosse “un complesso così bello, così finito, così delicato che l’occhio che si ferma e torna a fermarsi, non [è] mai sazio di rilevarne la sua naturalezza”. Nella stanza di un convento alcuni frati si raccolgono attorno ad un loro confratello che sta narrando una sua esperienza. Il protagonista del racconto è collocato su una panca al centro del piccolo ambiente, illuminato da due finestre sul fondo. Gli altri monaci gli stanno vicini, chi seduto, chi in piedi, assorti nell’ascolto. La luce dorata che penetra nella sala accarezza i profili delle figure, rivela i particolari dell’arredo, spiove sui grossi volumi appoggiati accanto al narratore, sul lungo sedile di legno. Nel suo placido realismo la scena può essere collocata stilisticamente accanto al dipinto raffigurante I chioggiotti alla briscola (1893; Udine, Galleria d’Arte Moderna), con cui parrebbe condividere la datazione ai primi anni Novanta del secolo. Il fatto che l’artefice firmi la tela affiancandovi la localizzazione veneziana, induce a ritenere l’opera realizzata durante uno dei soggiorni lagunari dell’artista che dal 1895 risiedette stabilmente nella città veneta. Benché la critica sia concorde nel ritenere il dipinto una prova giovanile del pittore non vi è ragione di anticiparne la realizzazione ad “ogni esperienza bavarese o parigina” (Marchetti). Il solido realismo che contraddistingue l’immagine, la perspicuità ottica con cui vengono resi i dettagli dell’ambiente, l’attenzione alla fisionomia degli astanti che paiono altrettanti vividi ritratti di personaggi realmente esistiti, possono essere ricondotti convincentemente agli insegnamenti ricevuti da Brass presso l’Accademia monacense seguendo le lezioni del pittore Karl Raupp, di cui egli fu appunto allievo. La tela, probabilmente, faceva parte di una serie che l’artista ideò ispirandosi alla vita conventuale e di cui oggi rimane un altro esempio, di analogo soggetto, dal titolo La pace presso le collezioni dell’Amministrazione comunale di Gorizia. (GRANSINIGH 2007, p. 146). Nel Catalogo alla mostra del 1924 si legge a pagina 14: "Brass si muove ancora nell'ambito dell'accademismo con tutte le formalità ed i canoni della composizione e del colore scolastico in cui prevalgono i bruni e i grigi". Il dipinto fu presentato al Municipio in occasione della visita dei Reali a Gorizia, il 17 maggio 1922 (si veda al riguardo l'inventario G. Cossar). Il dipinto fu acquistato dal Museo provinciale di Gorizia.
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Malni Pascoletti M., Brass, Italico, in La pittura in Italia. Il Novecento. 1: 1900-1945, Milano 1992, II-2
Malni Pascoletti M., Brass, Italico (Italo), in La Pittura in Italia. L'Ottocento, Milano 1991
Italico Brass, Italico Brass, Milano 1991
Masau Dan M., Ambiente artistico e movimenti d’avanguardia a Gorizia dal ‘900 agli anni Trenta, in Friûl di soreli jevât. Setante ains di storie, di culture, di Filologiche (1919-1989), Udine 1989
Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980
Damiani L., Arte del Novecento in Friuli. Il liberty e gli anni Venti, Udine 1978, I
Malni Pascoletti M., La pinacoteca di Palazzo Attems, in Studi Goriziani, Gorizia 1977, XLV
Marchetti G., Il Friuli. Uomini e tempi, Udine 1974
Andiamo insieme, Andiamo insieme a Palazzo Attems, in Iniziativa Isontina, Gorizia 1965, a. VII, n. 25
Cossar R.M., Storia dell'arte e dell'artigianato in Gorizia, Pordenone 1948
Esposizione industriale, Esposizione industriale artistica. Catalogo-Guida, Gorizia 1900
Chitarin S., Italico Brass, in Rassegna moderna, 1899, 13