Veduta aerea del Castello di Gorizia, dipinto, Crali Tullio, XX

Oggetto
dipinto
Soggetto
veduta di Gorizia: castello
Autore
Crali Tullio (1910/ 2000)
Cronologia
1936 ca.
Misure
cm - altezza 199, larghezza 198
Codice scheda
OA_7876
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni

Veduta aerea della città di Gorizia sul borgo del castello vista tra uno squarcio di nubi.

Il dipinto, acquistato dall’Amministrazione provinciale nel 1947, propone una veduta aerea della città di Gorizia, incentrata sulla mole del castello con le sue cinte murarie, che compare in uno squarcio tra le nubi. L’immagine si presenta come una sorta di compromesso tra un tipo di visione tradizionale e la prospettiva inedita di un punto di vista posto molto in alto rispetto al soggetto da riprendere. L’opera rivela un inedito Tullio Crali, assai poco avanguardista e più rispettoso della tradizione; quadri di tal genere non sono comuni nemmeno nella primissima produzione dell’autore, svoltasi all’insegna del Futurismo e dell’Aeropittura. Trasferitosi da Zara a Gorizia nei primi anni Venti del secolo scorso, Crali iniziò a dipingere da autodidatta seguendo le indicazioni di poetica del Futurismo, scoperto, nel 1925, grazie alla lettura di un articolo comparso sul quotidiano di Napoli il «Mattino Illustrato». A partire da quella data il giovane pittore diede inizio alle sue prime creazioni figurative affiancando la pratica alla conoscenza teorica con la lettura degli scritti di Marinetti, Boccioni e Russolo. Nel 1927 conobbe la rivista futurista «Noi» di Enrico Prampolini ed iniziò a frequentare il campo di aviazione di Merna, sviluppando i propri interessi per il volo aereo che lo condurranno a divenire, di lì a qualche anno, uno dei protagonisti indiscussi dell’Aeropittura italiana. Dopo aver compiuto i propri esordi espositivi a Gorizia partecipando alla II Mostra Goriziana di Belle Arti, continuò a presenziare con le proprie opere alle più importanti mostre allestite a livello locale e nazionale. Nel 1931 conobbe personalmente Marinetti a Trieste con il quale avviò un duraturo rapporto di amicizia e di collaborazione. Nello stesso anno inviò alcuni dipinti alla mostra Sette futuristi padovani organizzata a Padova da C. M. Dormal, esposizione riproposta anche a Trieste integrata con i quadri presentati a Roma alla prima mostra di Aeropittura italiana svoltasi nella capitale. Da quel momento il nome di Tullio Crali comparve con sempre maggiore frequenza nel panorama espositivo nazionale ed internazionale: dal 1934 fu presente a diverse edizioni della Biennale di Venezia che nel 1940 gli dedicò anche una sala personale, mentre a partire del 1935 presenziò anche alle Quadriennali romane che all’epoca costituivano, per un giovane artista, le occasioni più propizie per valorizzare e rendere noto il proprio lavoro. Gli anni Trenta, dunque, rappresentarono per il pittore un periodo di intenso impegno culturale condiviso spesso con l’amico Marinetti. L’opera di cui si tratta fu realizzata nel corso di questo decennio, per essere esposta alla Mostra Mercato Nazionale dell’Artigianato tenutasi a Firenze nel 1936. L’insolita sede espositiva porterebbe ad avvalorare l’ipotesi di una sua funzione documentaria all’interno di qualche stand promozionale. Ciò indurrebbe a ritenere il dipinto un documento visivo di una situazione esistente, apparendo l’ispirazione aeropittorica secondaria rispetto ad una manifesta preoccupazione di rendere la veduta in una prospettiva così inusuale. (GRANSINIGH 2007, p. 162)

BIBLIOGRAFIA

Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Tullio Crali, Crali. Il volo dei Futuristi, Trieste 2003

Negri A., Pittori del Novecento in Friuli-Venezia Giulia, Udine 2000

Novecento Gorizia, Il Novecento a Gorizia. Ricerca di una identità. Arti figurative, Venezia 2000, Arti figurative

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Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980