Noi usiamo i cookies
Questo sito NON utilizza alcun cookie di profilazione. Le informazioni raccolte attraverso i cookies di tracciamento e performance non identificano alcun visitatore individuale. Se vuoi aiutarci a garantire un servizio migliore premi il pulsante [Accetta], altrimenti scegli [Rifiuta]. Per maggiori informazioni leggi l'informativa estesa sull'uso dei cookie.
in alto a sinistra: Gianandrea 1961
Composizione astratto-informale orchestata sui toni dei bianchi e dei neri con tocchi di verde.
Trasferitosi giovanissimo dalla natia Faenza a Gorizia, Gianandrea si recò, in seguito, a Venezia e Firenze per frequentarvi i corsi accademici. Nel corso della sua lunga carriera professionale si dedicò, oltre che alla pittura, anche alla scultura e alla ceramica. Iniziò ad esporre i propri lavori nel 1940 vincendo, nello stesso anno, il Premio di scultura al Concorso nazionale di Trieste sul tema della maternità. Nel 1952 presenziò alla Biennale di Venezia con alcune ceramiche e allestì a Parigi una mostra con la scultrice Sylva Bernt. Se i suoi esordi artistici avvennero all’insegna della figurazione, col trascorrere degli anni il linguaggio dell’artista si sviluppò accogliendo le suggestioni della pittura dell’Espressionismo astratto con sperimentazioni sul colore e, successivamente, sui materiali. Il dipinto, oggi appartenente alle collezioni museali, fu eseguito nel 1961 per essere presentato ad un concorso udinese, come attesta l’etichetta apposta sul retro della tela (“Concorso per l’ideazione ed esecuzione dell’opera d’arte n. 4 destinata all’abbellimento del Palazzo degli Uffici di Udine”). Esso testimonia, con efficacia, l’evoluzione in senso astrattista ed informale avvenuta nella pittura di Gianandrea in quel periodo: sul supporto privo di preparazione, l’artista ha steso il colore orchestrandolo nei toni del bianco, del nero e dei tocchi di verde che si compenetrano nelle tonalità intermedie del grigio e dell’antracite. Libero da ogni imposizione formale, il pittore lascia galleggiare gli inserti cromatici in superficie suggerendo l’avanzare e l’arretrare dei piani a evocare, per il tramite degli elementi pittorici costitutivi dell’immagine, la sensazione e l’emozione derivanti da quel presagio che attribuisce il titolo all’opera. (GRANSINIGH 2007, p. 172)
Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Gorizia Gorica, GO Gorizia_Gorica. Documenti d’arte nell’Isontino dal secondo dopoguerra, Gorizia 2002
Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980
Monai F., Galleria di artisti: Gianandrea e Poian, in Iniziativa Isontina, Gorizia 1965, n. 23