Ritratto dello scultore Alfonso Canciani, dipinto, Levier Adolfo

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto d'artista: Alfonso Canciani
Autore
Levier Adolfo (1873/ 1953)
Cronologia
1902 ca.
Misure
cm - altezza 105, larghezza 85
Codice scheda
OA_7942
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni

Ritratto maschile di tre quarti in piedi. La testa è frontale e lo sguardo volto verso destra. Indossa camicia bianca con cravatta nera, gilet e pantaloni neri. Ha capelli corti portati all'indietro, barba e baffi. La mano sinistra è infilata dentro la tasca dei pantaloni, mentre quella destra poggia su un cavalletto. Sullo sfondo a destra, sopra ad una mensola, si scorge un bozzetto statuario.

In una posa disinvolta che rivela la sicurezza di sé, lo scultore Alfonso Canciani (Brazzano di Cormons / Gorizia, 1863 – Trieste, 1955) si offre allo sguardo dell’amico Adolfo Levier che lo ritrae nel suo studio viennese durante un soggiorno del pittore nella capitale asburgica. Con il braccio destro appoggiato al cavalletto, la mano sinistra in tasca, il panciotto scuro aperto sul petto, Canciani rivolge al riguardante il viso, caratterizzato da un’espressione assorta e pensosa. Sul fondo, collocato su di una mensola, si intravede il bozzetto, in seguito andato distrutto, ideato per un gruppo che avrebbe dovuto intitolarsi Il bacio, di cui non è nota la realizzazione. Il modello, conosciuto soltanto per il tramite di una foto d’epoca, fu eseguito nel 1902 sulla scorta delle suggestioni mutuate dalla scultura francese coeva e da Auguste Rodin in particolare, suggestioni che lo scultore cormonese aveva manifestato in quel periodo nella sua arte, a partire dal bozzetto per un Monumento a Dante portato a termine nel 1896. La presenza, nel ritratto in questione, della piccola scultura induce collocare cronologicamente l’opera al 1902 o ad un momento di poco successivo quando sono attestati i rapporti di amicizia tra Canciani e Levier che all’epoca divenne socio della Secessione viennese. Qualora non fossero sufficienti tali indicazioni per ritenere il dipinto eseguito in quel periodo, l’analisi stilistica porterebbe a convalidare la datazione proposta. Dopo una prima formazione compiuta a Trieste con Giovanni Zangrando, il pittore si recò a Monaco dove seguì, per un breve periodo, le lezioni presso la locale Accademia di Belle Arti per approdare, infine, allo studio di Heinrich Knirr che vi teneva corsi privati di pittura. L’omaggio reso allo scultore di dieci anni più anziano, orchestrato sulla sinfonia dei verdi e dei grigi del fondo che esaltano il bianco della camicia indossata dall’effigiato, risulta ancora privo di quelle accensioni cromatiche che caratterizzeranno progressivamente il linguaggio espressivo di Levier negli anni successivi, a seguito del suo trasferimento a Parigi. Nella capitale francese, infatti, l’artista triestino trovò un ambiente in fermento, percorso dai fremiti dell’espressionismo dei Fauves che si innestavano sulle ricerche postimpressioniste di Cézanne; solo da quel momento la sua pittura andò manifestando la libertà cromatica che contraddistingue le opere della maturità e per la quale Levier fu particolarmente apprezzato. Lo scultore Canciani ricambiò le attenzioni dell’amico solo parecchi anni più tardi con un ritratto del pittore in bronzo (1923) esposto a Gorizia e a Trieste nel 1924. (GRANSINIGH 2007, p. 176) L'opera entra nelle collezioni provinciali grazie alla donazione della figlia dello scultore Nerina Canciani de Gauss.

BIBLIOGRAFIA

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Masau Dan M., Antonio Camaur e Alfonso Canciani. Due artisti friulani nella Vienna di Klimt, Gorizia 2002

Sgubbi G., Adolfo Levier, Trieste 2001, 3

Reale I., Le figure del moderno nella periferia dell’impero. Arte in Friuli – Venezia Giulia nel primo Novecento, in Simbolismo Secessione. Jettmar ai confini dell’Impero, Gorizia 1992

Fasolato P., Adolfo Levier 1873/1953, in Il mito sottile. Pittura e scultura nella città di Svevo e Saba, Trieste 1991

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Arte Friuli, Arte nel Friuli Venezia Giulia: 1900-1950, Pordenone 1982

Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980

Morassi A., Adolfo Levier pittore, Trieste 1925