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in alto a destra: Romeo
retro: Romeo Daneo - Trieste/ La Dama Bianca
Ritratto di donna a mezzo busto con la testa leggermente inclinata verso sinistra e sguardo al riguardante. Indossa una veste marrone con soggolo verde e azzurro. I lunghi capelli neri sono coperti da un velo bianco. Siede su una sedia dallo schienale rosso. Ha le braccia conserte e la mano destra regge una chiave mentre il dito indice punta verso l'alto. Alle sue spalle vi è un castello turrito azzurro e lo sfondo è grigio-verde.
Il dipinto fu eseguito in occasione della mostra "Dama Bianca" che si tenne a Gorizia nel 1946 in un’osteria di Borgo Castello. A questa iniziativa poterono partecipare opere d'arte figurativa e poesie ispirate alle caratteristiche di Borgo Castello, alla sua storia e alla sua leggenda. La mostra, particolarmente importante nello sviluppo del panorama artistico isontino del dopoguerra, fu un vero e proprio evento che attirò l’attenzione dei critici e del pubblico. Vi parteciparono numerosi artisti, tra i quali Crali, Zigaina, De Finetti, Fantoni, Cenisi, e la commissione, che doveva decretarne il vincitore, scelse l’opera di Romeo Daneo “La Dama Bianca”, suscitando numerose polemiche per via dello sperimentalismo con cui fu realizzata questa tela. Infatti, il pubblico decise di assegnare un premio speciale all’artista Goriziano Virgilio Malni, che presentò un’opera più attinente al gusto tradizionale. Anche la stampa sostenne questa decisione, criticando la scelta degli addetti ai lavori. Il dipinto di Daneo, eseguito con una pennellata vigorosa che schematizza la figura e il castello di Gorizia, si riallaccia ad uno stile che esula dalla bella maniera di dipingere, ancora troppo moderno per essere accettato unanimemente da critica e pubblico. Esso richiama altre opere dell’autore realizzate nello stesso periodo, come un autoritratto esposto alla "Mostra d'arte moderna" del 1948 che si tenne a palazzo Attems a Gorizia. Romeo Daneo, artista triestino e fratello maggiore di Renato, si distingue nel panorama artistico locale per un’attenzione verso sperimentazioni che esulano dai temi e dai metodi tradizionali. Pur cominciando un percorso figurativo prediligendo temi arcadici, negli anni del dopoguerra realizzò opere in cui, mentre il fratello si affacciava all’arte informale, raffigura ambienti urbani di impianto neorealista arricchendoli con immagini favolose e misteriose. La sua arte comincia a caratterizzarsi in chiave astratta producendo opere in cui incasella tarsie geometriche, inventandosi forme e macchie. Non abbandona però la ricerca tonale che a volte interferisce con la sua visione geometrica producendo opere che oscillano verso il naturalismo. Complice anche la scoperta negli anni ’60 del Carso che sarà fonte d’ispirazione per degli splendidi pastelli. Si dedicherà inoltre alla grafica e ai collages, originali creazioni rese attraverso il ritaglio di giornali e riviste. Iniziò il suo esordio espositivo nel 1934 alle mostre sindacali e fu presente anche ad alcune Biennali di Venezia e alla Quadriennale Romana del nel 1955 e 1959. Nel 1977 a Trieste di tenne un’importante antologica a Palazzo Costanzi, e nello stesso anno fu presente con due xilografie all’inaugurazione della Galleria Spazzapan di Gradisca d’Isonzo. Si spense a Trieste nel 1979.
Pinacoteca Musei, Repertorio di ulteriori opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Romeo Daneo, Romeo Daneo, Trieste 1977
Firmiani F./ Molesi S., Catalogo della Galleria d'Arte Moderna del Civico Museo Revoltella, Bergamo 1970
Cossar R.M., Storia dell'arte e dell'artigianato in Gorizia, Pordenone 1948
Mostra d'arte, Mostra d'arte moderna, Gorizia 1948