MP295_06
076_00460
- fotografia digitale (1)
- fotografia b/n (1)
Oggetto
dipinto
Soggetto
figura femminile nuda
Autore
Marchig Giannino (1897/ 1983)
Cronologia
1928
Misure
cm - altezza 105.5, larghezza 190.5
Codice scheda
OA_8150
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni
in basso a sinistra: GIANNINO MARCHIG/ 1928
retro, etichetta: 90/ 34-3/ Carnegie Institute, Pittsburg PA. U.S.A. Le Matin
retro, etichetta: C. M. A./ 2351/148 [...] (0146)
Figura femminile nuda distesa sopra un materasso a righe verticali bianche e azzurre. Sotto il corpo della donna è presente un drappo rosso. In basso a destra c'è un vaso di fiori contenente due magnolie bianche.
Il dipinto è entrato a far parte delle collezioni museali in occasione dell’esposizione commemorativa in onore di Sofronio Pocarini, inaugurata a Gorizia nel 1935. All’epoca la tela, risalente al 1928, fu sottoposta nuovamente al giudizio della critica locale che ne lodò le qualità pittoriche pur rilevando qualche eccessiva concessione alla tradizione figurativa del passato. Remigio Marini, ad esempio, ebbe a scriverne: “Tutta una parete della seconda sala è signoreggiata – è la parola – dal “Nudo” di Giannino Marchig. L’arte di questo tra i maggiori pittori nostri è progredita dal tempo di quest’opera. La quale risente forse un po’ di qualche eccessiva carezza di marca ottocentesca. Ma – bisogna convenire – quell’opulenta donna mollemente sdraiata su quei drappi che sapientemente ne rivelano tutto il sensuale incarnato, non è cosa che chi si ostina troppo a gridare “sintetismo, dinamismo, compenetrazione, aeropittura” (troppo forte e troppo spesso per non destare legittimi sospetti) sarebbe in grado di creare. Si facciano pure dunque tutte le riserve del caso, ma non si neghi che questa è pittura soda, pittura da uomo d’alto mestiere e pittura, comunque, alla quale si deve far tanto di cappello. Se tuttavia il fovista feroce non vuol giurare su questo nudo, abbassi – prego – un pochino lo sguardo alla destra di questo quadro: dica, quella magnolia, in quel vaso non la rispetta almeno come una naturamorta che anche i Matisse e i Van Gogh da strapazzo sarebbero ben lieti di firmare per propria?”. Accanto alle suggestioni ottocentesche l’opera denota anche una ripresa coloristica modellata sullo studio dei capolavori della pittura antica, soprattutto quella del Rinascimento veneto tra Giorgione e Tiziano, cosa che permette a Marchig di mitigare l’iperrealismo di certe composizioni precedenti vicine ancora ai modi del Croatto per attingere ad un novecentismo volumetrico dai toni più soffusi e delicati. Tali elementi rappresentano, in quel periodo, un’ulteriore evoluzione nella pittura dell’artista che qualche anno prima aveva portato a compimento una tela di preciso e cristallino nitore formale come La morte di un autore (1924; Firenze, Galleria d’Arte Moderna di Palazzo Pitti) per la quale, nel 1925, aveva ottenuto il Premio Ussi. (GRANSINIGH 2007, p. 182)
BIBLIOGRAFIA
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Agosto goriziano, Agosto goriziano. Mostra d’arte, Gorizia 1939
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Galleria Bardi, Galleria Bardi, Milano 1930
Malabotta M., Tele marmi e bronzi alla mostra sindacale, in Il Popolo di Trieste, Trieste 1929, 8 ottobre
Carnegie International, The Carnegie International Exhibition, Chicago 1929
Esposizione Sindacale, III Esposizione del Sindacato delle Belle Arti e del Circolo Artistico di Trieste, Trieste 1929
International Exhibition, 27. International Exhibition, Pittsburgh 1928
