in basso a destra: A.Č./ 23
Composizione costruita su forme geometriche al cui centro è raffigurata una bottiglia. I colori variano dai toni del marrone e del grigio con alcuni riquadri azzurri.
Questo dipinto è una importante testimonianza della prima maturità di Černigoj, che dalle iniziali suggestioni impressioniste aveva sviluppato una specifica sensibilità per la deformazione espressionista e per la costruzione geometrica: una via che lo aveva portato a stabilire i primi contatti con il Futurismo stimolando in lui un grande interesse per il linguaggio delle avanguardie. L’olio qui considerato si colloca al termine di questo percorso, immediatamente prima della scelta costruttivista operata dall’artista nel 1923/1924 ed individuata come logico sviluppo storico cui i linguaggi delle avanguardie dovevano inevitabilmente approdare. Allievo di Wostry, Torelli e Mayer alla scuola per Capi d’Arte di Trieste, Černigoj fu richiamato alle armi nel 1916; rientrato nel capoluogo giuliano al termine della guerra trovò lavoro come verniciatore presso i cantieri riuscendo, nel 1920, ad ottenere la cattedra di disegno al ginnasio di Postumia. Due anni dopo conseguì all’Accademia di Belle Arti di Bologna l’abilitazione per l’insegnamento del disegno e della storia dell’arte. Durante il soggiorno bolognese entrò in contatto con i futuristi e, nell’autunno del 1922, si recò a Monaco attratto dal movimento espressionista e dall’arte sperimentale di Vasilij Kandinskij. Il suo interesse fu però calamitato dal Bauhaus di Gropius e pertanto si spostò a Weimar dove seguì, per un semestre, i corsi che Moholy-Nagy teneva nella sezione diretta da Kandinskij. L’ambiente del Bauhaus e le lezioni sul Costruttivismo tenute da El Lissitzkij furono fondamentali per le successive scelte artistiche di Černigoj. Al ritorno da Berlino l’artista riprese l’attività didattica alla Scuola Tecnica di Lubiana e, nell’agosto 1924, allestì nella palestra dell’istituto una personale costruttivista in cui espose modelli di edifici, rilievi polimaterici ed oggetti plastici “concreti”, realizzati con materiali di scarto. Bruno Passamani (1985, p. 36) rilevava che “La nota fondamentale delle opere plastiche presentate a Lubiana è la volontà progettuale - architettonica, cioè il volontario superamento del soggettivismo espressionista: in questo senso l’esperienza cubo-futurista (di matrice toscana), attestata dal dipinto Natura morta con bottiglia del 1923, costituisce una tappa non trascurabile sulla strada di una definizione oggettiva e strutturale del discorso plastico; ma esso nei nuovi prodotti costruttivisti assume decisamente le metodologie tecniche della moderna produzione”. (DELNERI 2007, p. 158). L'opera proviene dall'Archivio Pocarini di Gorizia ( primo quarto del sec. XX).
Delneri A., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Augusto Cernigoj, Augusto Cernigoj (1898 - 1985). La poetica del mutamento, Trieste 1998
Augusto Černigoj, Augusto Černigoj, Monfalcone (GO) 1994
Passamani B., Dall’alcova d’acciaio al Tank ai Macchi 202. Energie futuriste e costruttiviste tra rivolta, utopia e realtà alla frontiera giulia, in Frontiere d’Avanguardia. Gli anni del Futurismo nella Venezia Giulia, Gorizia 1985