dipinto, ambito goriziano, XVIII

Sfondo indistinto molto scuro; ritratto a mezza figura di prelato dalla carnagione chiara, con capelli grigi e gli occhi bruni. Porta una veste nera e tiene nella mano destra un volume (evidentemente dipinto in un secondo tempo). All'indice porta un grosso anello con diamanti. In alto a destra stemma della famiglia de Bosizio (strisce rosse diagonali su campo a scacchi bianchi e blu), sormontato da cappello cardinalizio.

Il canonico Giovanni Giuseppe de Bosizio studiò a Graz, prese l'abito talare e per trent'anni fu cancelliere dell'arcidiacono di Gorizia. Contribuì al generale risveglio delle arti e delle scienze, che andava manifestandosi a Gorizia fin dall'inizio del secolo XVIII, con una sua traduzione delle Georgiche e dell'Eneide di Virgilio. Quest'ultima fu pubblicata per la prima volta a Gorizia nel 1755 e in seguito a Udine nel 1830 con il titolo L'Eneide di Virgilio travistuda da Zuan Sef Busiz (Czoernig 1873).