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in basso a destra: POCARINI
Composizione non figurativa articolata in scomparti geometrici sui toni dell'azzurro e del giallo.
Eclettica figura di giornalista, letterato, poeta, pittore, uomo di teatro, Sofronio Pocarini fu l’anima del gruppo futurista giuliano, da lui fondato - assieme a Mario Vucetich - nel 1919. Le doti creative e la comprensione profonda delle espressioni della contemporaneità lo resero il personaggio chiave delle vicende culturali del dopoguerra: seppe superare tensioni e scoraggiamenti agendo in prima persona con sorprendente capacità propositiva e di mediazione, nonché con ammirabile spirito d’indipendenza. E sotto il segno di questa, svolse l’attività giornalistica che fu, senza dubbio, l’impegno e la passione più grande della sua vita. Nato a Fiumicello del Friuli, a due anni Sofronio Pocar giunse a Gorizia dove la famiglia si era trasferita e, come ricordava il fratello Ervino, la città isontina divenne “la sua vera città, la città che ebbe sempre nel cuore”. Studente liceale, il 30 giugno 1915 fu arrestato con l’accusa di alto tradimento. Dopo quattro travagliati anni di guerra, tornato a Gorizia alla fine del novembre 1918, in dicembre iniziò la professione giornalistica come redattore di cronache anonime sul “La Voce dell’Isonzo” e nell’ottobre 1919, dopo la proclamazione di d’Annunzio della Reggenza Italiana del Carnaro, fu inviato a Fiume come corrispondente del giornale. Nell’aprile 1919 aderì al Movimento e al Partito futurista nazionale e nell’ottobre dello stesso anno fondò a Gorizia, insieme a Mirko Vucetich, il Movimento Futurista Giuliano. Eletto segretario dell’“Unione della Stampa” locale nel gennaio 1920 (con Egone Cunte e Attilio Venezia), diventò corrispondente del «L’Era di Trieste». Nel 1922 fondò il giornale satirico «El Refolo Gorizian”» (1922-1923); nel 1923 fu nominato direttore de «La Voce di Gorizia» (1923-1927) e, alla fine dello stesso anno fondò la rivista culturale d’avanguardia «L’Aurora» (1923-1924). Nel 1926 fu eletto delegato nel Consiglio Centrale della Stampa Giuliana ed entrò come membro nel Consiglio d’Amministrazione di “Squille Isontine” (1925-1929), rivista dell’Associazione della Stampa Giuliana, di cui, nel 1928, assunse la direzione. Nel 1930 fondò “L’Eco dell’Isonzo” (1930-1934), rassegna turistica trisettimanale della regione isontina. Poeta futurista, pubblicò tre raccolte di liriche: Carnevale (1923), Lollina (1925), Oscillazioni (1931). Nel 1923 fondò la Compagnia del Teatro Semi-futurista e pubblicò l’opuscolo Compagnia del teatro Semi-futurista in cui si riportavano il cast, il repertorio, i testi e una rassegna della stampa triveneta. La Compagnia debuttava il primo aprile 1923 alla presenza di Marinetti, direttore artistico Pocarini, direttore di scena e apparati luministici Luigi Liub; scene e costumi di Enrico Prampolini, Sofronio Pocarini, Bruno Trevisan; musiche Franco Casavola e Marij Kogoj. Lo spettacolo fu poi portato a Udine, Treviso, Belluno, Mestre e Trieste. Nel 1924, in occasione della Prima Esposizione Goriziana di Belle Arti, collaborò con Antonio Morassi all’organizzazione dell’evento, cui partecipò anche come espositore con il monotipo Libellula. Fu segretario ordinatore della Seconda e della Terza Esposizione Goriziana di Belle Arti (1929 e 1933) e della Mostra Giuliana d’Arte che si tenne a Gorizia nel 1934, rassegne in cui espose anche alcune sue opere. Partecipò alla Mostra d’Arte Futurista, Novecentista, Strapaesana di Mantova nel 1928, e nel 1931 alla Mostra dei Pittori Futuristi a Gorizia. Sempre a Gorizia fu presente alla Mostra Futurista del 1934. Intrattenne una ricca corrispondenza con diversi esponenti delle avanguardie internazionali, collaborando a riviste come «Pasmo» di Praga e «Zenit» di Zagabria, oltre a «Originalità» di Reggio Calabria e a «La Nuova Venezia» di Venezia. Nell’agosto 1934 Sofronio Pocarini periva tragicamente nel mare di Grado a soli trentasei anni. Per ricordarne la solare figura, l’anno successivo, fu avviato e realizzato un progetto di grande significato per la storia dei musei di Gorizia, con la costituzione di una sezione di arte contemporanea a lui dedicata nel Museo della Redenzione, che oggi costituisce il nucleo “storico” della Galleria del Novecento della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia. Generalmente datato verso il 1930, il dipinto veniva anticipato da Vania Gransinigh (2007) a metà degli anni venti in base ad osservazioni di carattere stilistico riferite soprattutto alle campiture cromatiche che “non si presentano omogenee come negli altri dipinti noti di Pocarini, eseguiti nella seconda metà degli anni venti; il colore infatti, evidenzia ancora nella sua stesura la fitta trama delle pennellate che rimangono tra loro accostate senza fondersi sul supporto”. Queste osservazioni potrebbero trovare conferma nel confronto tra stesura pittorica del dipinto qui considerato e il segno della litografia pubblicata in Frontiere d’avanguardia (1985, ill. n. 257) ritraente una Figura femminile, probabilmente da identificare con il monotipo Libellula con il quale Pocarini si presentava alla Prima Esposizione Goriziana di Belle Arti nel 1924 e che Morassi («La Voce di Gorizia», 6 maggio 1924), apprezzava poiché l’artista aveva saputo “rendere la leggerezza d’una fanciulla con un ritmo così arioso, ch’essa diventa ‘Libellula’ con un solo gesto”. L’anticipazione cronologica agli anni 1924-1925 trova un’ulteriore conferma prendendo in considerazione l’incisivo giudizio di Crali che, unico, inquadrava correttamente l’attività pittorica di Pocarini. Riferendosi alla nascita de «L’Aurora» (1923-1925), Crali (1976, p. 194) scriveva: “Era una rivista originale, stampata su quella carta rozza grigio-giallastra, usata un tempo dai macellai, con caratteri rossi e neri e illustrata dalla xilografie di Carmelich. Questi era un giovanissimo pittore scrittore triestino troppo presto scomparso e senza dubbio il più geniale in quella città e il più attivo assieme a Jablowsky. Collaboratori dell’ «Aurora» entrambi daranno vita ad altre pubblicazioni futuriste: «25» e “Energie futuriste». Certo che Pocarini e Carmelich furono due personalità molto bel accoppiate nello spirito e nel lavoro: cervello e mani sempre in attività per scrivere dipingere ritagliare organizzare stampare inchiodare, affermandosi così come i più validi rappresentanti giuliani del futurismo di quegli anni. Mentre Pocarini pubblicava il suo secondo libro «Lollina» [1925], nascevano i suoi quadri semiastratti dipinti con sintesi di linea-colore [Paesaggio industriale e Armonia dell’imbrunire, Gorizia, Musei Provinciali]. Più tardi questi, abbandonando ogni contatto con la realtà esteriore, si svilupperanno in un arabesco lirico dal cromatismo acceso e con una carica di spontaneità che li metterà in sintonia con le opere futuriste di Spazzapan”. Nella ricostruzione dell’attività pittorica di Pocarini, Crali non faceva cenno a dipinti come Composizione futurista o Stanza con finestra perché probabilmente a lui sconosciuti, ma nel contesto delle sue argomentazioni queste opere si inseriscono perfettamente nel periodo precedente al Paesaggio industriale e all’Armonia dell’imbrunire del 1925-1926. Ad ulteriore riprova di una datazione del dipinto qui esaminato verso il 1924 va infine segnalata l’influenza di Carmelich in esse ravvisabile, e segnatamente delle xilografie Case, Case in velocità e Costruzione spaziale di una strada pubblicate nel primo numero de «L’Aurora» (dicembre 1923). (DELNERI 2009, pp. 366-368)
Pinacoteca estate, Pinacoteca d'estate. Viaggio nel primo '900. Opere della Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, s.l. 2010
Delneri A., Schede, in Futurismo. Filippo Tommaso Marinetti. L'avanguardia giuliana e i rapporti internazionali., Mariano del Friuli (GO) 2009
Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Masau Dan M., Breve storia del futurismo goriziano. Crali aeropittore, in Crali. Il volo dei Futuristi, Trieste 2003
Damiani L., Friuli Venezia Giulia. L'arte del Novecento, Pordenone 2001
Sgubbi G., Pocarini, Sofronio, in La pittura in Italia. Il Novecento. 1: 1900-1945, Milano 1991, II-2
Arte Gorizia, L’arte a Gorizia tra le due guerre opere dalla raccolta dei Musei Provinciali, Gradisca d'Isonzo (GO) 1991
Futurismo Veneto, Futurismo Veneto, Padova 1990
Frontiere Avanguardia, Frontiere d’Avanguardia. Gli anni del Futurismo nella Venezia Giulia, Gorizia 1985
Damiani L., Arte del Novecento in Friuli. Il liberty e gli anni Venti, Udine 1978, I
Morassi A., Pocarini pittore, in Mio fratello Sofronio, Gorizia 1976