gruppo scultoreo, Testa Agostino, XVIII

Il gruppo scultoreo raffigura Venere, con il piccolo cupido nudo aggrappato alla gamba destra. L'elegante corpo della dea dell'amore e della bellezza è parzialmente coperto da un manto, che ella trattiene con entrambe le mani; l'atto di portare la destra alla spalla opposta fa sì che il braccio le nasconda il seno. Una raffinata acconciatura le incornicia il volto, girato verso destra (per chi guarda), mentre lunghe ciocche avvolte in morbidi boccoli scendono sulle spalle e sulla schiena. Il gruppo fa parte della raffigurazione della vittoria riportata da Venere nella contesa che la vide opposta ad Atena e Giunone su chi fosse tra loro la più bella. Lo spinoso compito fu abilmente scansato da Giove, che lo affidò all'uomo più bello, Paride, il giovane principe di Troia, qui raffigurato sul lato opposto del timpano con in mano la mela d'oro, l'ambito premio e sigillo della vittoria che egli consegnò, appunto, a Venere. Quest'ultima l'aveva convinto a pronunciarsi in suo favore promettendogli la più bella tra le mortali, Elena, ma, a causa del risentimento suscitato nelle altre due dee dalla sconfitta subita, questa ricompensa avrebbe portato dolore e rovina Troia.