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La statua raffigura Tisbe, fanciulla babilonese innamorata di Piramo che la ricambia appassionatamente. Poiché il loro sentimento è osteggiato dalle famiglie, essi decidono di fuggire e si danno appuntamento nottetempo fuori dalla città, sotto l'albero presso il sepolcro del re Nino. Qui Tisbe, giunta per prima, incontra una leonessa che si reca ad abbeverarsi dopo la caccia alla fonte presso il luogo del convegno. Fuggendo spaventata perde il velo, poi trovato dalla belva che lo lacera macchiandolo di sangue. Rinvenuto da Piramo, nel frattempo sopraggiunto, esso indurrà il giovane a credere che l'amata sia stata sbranata e a darsi la morte con il pugnale. L'atto è raffigurato nella statua che si accompagna a quella in esame all'estremità opposta del timpano. Quando Tisbe torna all'albero trova il corpo esanime di Piramo e, disperata, si uccide con lo stesso pugnale. La statua ritrae la fanciulla nuda, in fuga dalla belva, con le braccia alzate ancora avvolte dal velo.
De Vincenti M., Scultori foresti alle dipendenze dei Manin (II): Agostino Testa, Francesco Bonazza, Francesco Bertos, Marino, Giuseppe e Paolo Groppelli, Giacomo Cassetti, in Artisti in viaggio 1600-1750. Presenze foreste in Friuli Venezia Giulia, Udine/ Venezia 2005
Venuto F., La statuaria di Villa Manin, in Codroipo. Inventario dei Beni Culturali del Comune, Passariano di Codroipo (UD) 1996, n. 26 Quaderni del Centro, I
Codroipo Inventario, Inventario dei beni culturali del Comune di Codroipo, in Codroipo. Inventario dei Beni Culturali del Comune, Passariano di Codroipo (UD) 1996, n. 26 Quaderni del Centro, I