dipinto, Carneo Antonio, XVII

Oggetto
dipinto
Soggetto
testa d'uomo
Autore
Carneo Antonio (1637/ 1692)
Cronologia
1650 - 1699
Misure
cm - altezza 25.5, larghezza 31.5, profondità 46.5
Codice scheda
OA_13595
Collocazione
Zoppola (PN)
Castello di Zoppola

Testa maschile vista in scorcio dall'alto e rivolta a destra. La luce colp isce il cranio evidenziato la fronte stempiata ed il naso per spegnersi ne l bruno compatto della barba e dei baffi, mettendo in luce l'orecchio dest ro. Impasto cromatico sui toni dell'ocra e dei bruni. La cornice coeva, in legno di pino a doppio bordo è dorata e dipinta nel guscio a pennellate v erdi.

Questa testa maschile di Antonio Carneo, come la testa di vecchio dela sch eda successiva, sono probabilmente degli studi per quegli arditi scordi di teste che Carneo inseriva nelle composizioni maggiori. Sfruttando l'effet to dell'incidenza della luce sui crani in un contesto scuro riusciva a rie vocare gli effetti dei tenebrosi veneziani e creava quella atmosfera dramm atica ed allucinata che gli è congeniale. L'ipotesi che possa trattarsi di uno studio per opere di maggior respiro è confortata dal confronto con le teste maschili della Educazione della Vergine e Santi della Chiesa di S. Cristoforo a Udine, dal Cristo della moneta nella Chiesa di S. Giacomo a U dine. esse inoltre si ricollegano ai disgeni di teste in matita rossa del Museo di Bassano ed alle incisioni custodite alla Biblioteca Civica di Udi ne che si rifanno a disegni del Carneo irreperibili. Una datazione per que sti due dipinti resta molto problematica, come succede per la maggior part e delle opere del Carneo. Infatti questo pittore facile ai ritorni ed alle involuzioni, come osservava il Rizzi, presenta un arco stilistico disocnt inuo e manca di agganci cronologici. Questi due dipinti, tuttavia, pur nel loro schematismo lo rivelano pittore non incolto e provinciale, come lo v orrebbe qualcuno, ma attento sia alle suggestioni veneziane che al modo de i caravaggeschi del Nord. L'assonanza con l'olandeseH. Terbrugghen che vis se dieci anni in Italia, tra il 1604 e il 1614, è particolarmente evidente , sia per quanto riguarda il linguaggio che per l'esaltazione drammatica e plastica che li accomuna.