I quattro versi recitano: PARVA AMPLIORA DEKIUS CELLEE / PRAESTET CARMINA, GRANDIUSQUE TONET. / SIC VIRIUS SICULI DEI REFULGET, / ATQUE BISTONII COA CTA MAGIS.
Soffittino ligneo di un ambiente scavato nel muro maestro del castello che parte da uno spessore di m. 3,60 al pianoterra per rastremarsi a m. 1,90 al 1° piano, dove è situato questo ambiente. Il riquadro centrale ospita l o stemma dei Panciera, un campo rosso solcato trasversalmente da uno scacc hiera argento e blu e completato inferiormente da un riquadro contenente u na stella d'oro a sette punte. Lo stemma su sfonod d'oro è contenuto da un ottagono affiancato lateralmente da due testine di putti alati. Da queste si dipartono tralci di vite che accolgono tra i racemi coppie di uccelli e teste d'ariete, trattati in monocromo grigio su sfondo azzurro. Conclude il soffitto una cornice a motivi stilizzati grigi e gialli su sfondo brun o e adorna agli angoli da patere d'oro, mentre i lati sono interrotti da r ombi contenenti teste leonine. Il primo registro sotto il soffitto present a una fitta serie di libri; il bordo sottostante, dopo una cornice di palm ette esibisce una serie di modanature consistenti in ovuli racchiusi in sm erli e tra bordini decorati a tacche si snoda una fascia di spirali d'acen to e grottesche su uno sfondo azzurro interrotte da quattro cartigli bruni riportanti dei versi latini.
La tipologia di questa decorazione "a grottesche" viene interrotta in Vene to dal patriarca di Aquileia Marino Grimani e da duo fratello Giovanni e s i diffonde maggiormente quando ilsuo ideatore Giovannida Udine (Udine 1487 ca - Roma 1564), dopo aver operato per un ventennio a Roma nel 1453 si tr asferisce a Udine, dove decora con le sue grottesche il palazzo udinese de l conte Pietro di Valvasone ed il castello di Colloredo. Il Miotti infatti attribuisce il soggetto allo stesso Giovanni mentre Chino Ermacora, nel 1 926, lo definiva semplicemente rinascimentale. C. Furlan, in una puntuale analisi del 1982, dopo aver attribuito all'Amalteo gli affreschi delle due facciate del cortile interno dell'ala di ponente, che le erano state segn alate dal restauratoire G.C. Magri, riferisce all'Amalteo anche la decoraz ione del soffitto dello studiolo e colloca il complesso di Zoppola nel qua rto decennio del Secolo XVI. Questo ambiente era il luogo di studio e medi tazione del cardinale Antonio Panciera che, all'inizio del XV secolo, conv inse i fratelli a comperare Zoppola e la sua giurisdizione dando inizio co sì alla nuova dinastia dei Panciera di Zoppola. Lo stemma della famiglia P anciera, incentrato sul soffitto, è completato dal cappello e dai cordoni cardinalizi, è inquartato, già dal 1392, nella parte inferiore, con la cro ce a sette pute dello stemma dei Tomacelli, la casata di Bonifacio IX (138 9-1404), concessione fatta ad Antonio Panciera dallo stesso papa in consid erazione dell'appoggio ricevuto dall'allora vescovo di Concordia nella lot ta contro lo scisma d'Occidente. Va ricordato che successivamente, dopo il difficile decennio di patriarato (1402-1411) Antonio Pancieradovette acce ttare il cardinalato inìmpostogli dall'antipapa Giovanni XXIII (1410-1415) , per non acuire ulteriormente i problemi della chiesa aquileiese. All'ill ustre personaggio vengono attribuiti dal Liruti i versi contenuti nei cart igli.
Miotti T., Castelli del Friuli - Gastaldie e giurisdizioni del Friuli centrale, Udine 1980, II-6
Ermacora C., La Prima Biennale Friulana d'Arte, in La Panarie, Udine 1926, n.17, III