in alto a sinistra: [...] AETATIS SVAE/ LX/ 1758
La donna è raffigurata a busto intero, rivolta di tre quarti verso sinistra, stante presso un tavolo sul quale poggiano tre grandi chiavi, che l'anziana indica con la mano sinistra, mentre la destra è portata al petto. La donna indossa una camicia bianca, orlata al collo e ai polsi da trine, e un fazzoletto da spalle con gli orli ricamati e le punte infilate nella cintura, che si scorgono sotto la giacca di colore scuro, lo stesso dell'ampia gonna arricciata. L'anziana donna ha il capo coperto da un fazzoletto da testa bianco, orlato di trine, dai lunghi lembi ricadenti sulle spalle.
Già ascritto alla mano di Antonio Schiavi da Carlo Ludovico Ragghianti (1989, p. 46, fig. 8, p. 49), il dipinto forma una coppia con quello del marito, Nicolò Bruseschi (cfr. OA 17598 - NTCN 00154545). Secondo i documenti, Maria di Giacomo Troiano di Pieria di Prato Carnico sposò Nicolò Bruseschi nel 1717 e da questi ebbe tre figli: Osvaldo (1725-1790), Giovanni, (1732-1756), sarto a Venezia, e Giacomo (1741-1817) (cfr. Giusa, 1994, p. 39, p. 41, p. 47). Nicolò, "nato nel 1686, è il primo Bruseschi raffigurato nell'iconografia carnica (...)" (cfr. Giusa, 1994, p. 39, p. 44, fig. 8). Assieme al ritratto del marito, eseguito nello stesso anno, il dipinto si conservava nell'omonima dimora pesarina, ora "Piccolo Museo della casa carnica", dove ancor oggi si trovano diversi ritratti dei suoi discendenti (cfr. Giusa, 1994, pp. 43-48): dal ritratto di Maria Troiano, Domenico di Vora trasse ispirazione per la posizione delle mani nel ritratto di Caterina Candotti Bruseschi, datato 1860 (cfr. Giusa, 1994, p. 48).
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