Su uno zoccolo di tre gradoni poggia il basamento quadrangolare rivestito di lastre di marmo che recano le iscrizioni, gli angoli sono evidenziati da elementi cilindrici. Un soldato ferito è caduto a terra e un compagno lo sostiene mentre guarda lontano in cerca d'aiuto, due poderosi corpi maschili a torso nudo, sono realizzati con volumi e linee tondeggianti, risalta la pesantezza dei corpi colti in uno sforzo impossibile e inutile. I lineamenti dei volti, fortemente caratterizzati, sono contornati dalle onde morbide dei capelli.
Opera inedita dello scultore Attilio Selva, triestino di nascita, che dopo l'apprendistato a Torino con lo scultore Bistolfi, vinse a Trieste il Premio Rittmeyer e si trasferì a Roma, dove visse fino alla morte. Poco conosciuto, meriterebbe una rivalutazione e uno studio specifico, partendo dall'elenco completo delle sue opere. A Trieste sono ben conosciuti il gruppo scultoreo di piazza Cattedrale, sul colle di San Giusto, il pennone della bandiera di Piazza Unità con le quattro statue di autieri, il monumento a Guglielmo Oberdan della Casa del Fascio Combattente, ora Museo del Risorgimento. Nel 2010 a Roma gli è stata dedicata una selezione antologica delle sue opere: marmi, bronzi, terrecotte, bozzetti, disegni provenienti dallo studio dello scultore, messi a disposizione dalla famiglia.