Ritratto di bambino in veste da camera, dipinto

Oggetto
dipinto
Soggetto
ritratto di bambina
Autore
Cronologia
1834 ca. - 1835 ca.
Misure
cm - altezza 73, larghezza 56.5
Codice scheda
OA_22084
Collocazione
Gorizia (GO)
Palazzo Attems Petzenstein
Musei Provinciali. Pinacoteca
Iscrizioni

Il dipinto ritrae una bambina in piedi nell’atto di porgere un mazzolino composto da fiori di giardino e di campo, legato da un nastro bianco con un’iscrizione che lo indica quale pegno d’affetto e di buon augurio agli zii. Il volto delicato, con grandi occhi grigio azzurri sotto l’arco leggero delle sopracciglia, è incorniciato da vaporosi riccioli biondi. La vestina a vita alta, sottolineata da un nastro rosso, ha lo scollo quadrato e la fascia inferiore guarniti di pizzo di San Gallo a motivi floreali, lo stesso che orna con una doppia balza l’orlo dei pantaloncini sottostanti. Il rosso del nastro in vita è richiamato dalle scarpe del medesimo colore, oltre che dalle perle di corallo di cui sono composti i due braccialetti, la collana e gli orecchini che spiccano sulla carnagione chiara della bimba.

Nella scheda del catalogo del museo dedicato al dipinto Vania Gransinig (2007, p. 74) scrive: “Nel tentativo di suggerire il movimento di un passo in avanti, il pittore ha ritratto la figura in una posa alquanto rigida e goffa, sottolineata dal drappeggio falso e inamidato della stoffa dell’abito che denuncia la mano inesperta dell’artefice. La stesura cromatica, piuttosto magra, appare quasi priva di velature e le tonalità coloristiche fredde e cupe si presentano sorde al richiamo della luce. Una tradizione ormai consolidata dallo studio di Lucilla Ciancia, suole ricondurre l’esecuzione del dipinto al pennello dell’artista Giuseppe Battig, nato a Gorizia nel 1820 in Contrada Sant’Ilario dal fabbro ferraio Francesco e da Maria Brumat. Fu il colonnello Carlo de Catinelli (1780-1869) a permettere al giovane pittore di intraprendere la carriera artistica grazie al suo concreto aiuto economico. Il giovane Battig avrebbe, infatti, dovuto seguire le orme professionali del padre se non avesse trovato in alcuni suoi generosi concittadini il sostegno finanziario necessario a recarsi, nel dicembre del 1835, a Venezia per iscriversi all’Accademia di Belle Arti. Prima del trasferimento nella città lagunare, però, Carlo de Catinelli sottopose i suoi primi lavori al giudizio di Giuseppe Tominz (1790-1866) che in quel periodo si trovava a Gorizia onde avere il riscontro di un esperto che suffragasse la decisione di mandare il proprio protetto tra le lagune. Pare che Tominz rimanesse colpito dalle capacità di Battig, tanto da portarlo, per qualche tempo, con sé a Trieste perché potesse esercitarsi prima di affrontare l’impegno degli studi accademici (CIANCIA 1989, pp. 74-75). Se, come è stato suggerito da Tavano e Bradaschia, si deve riconoscere nel fanciullo ritratto Carlo de Catinelli junior, figlio del suo benefattore, nato nel 1829, si può considerare la tela eseguita prima del soggiorno veneziano del pittore, collocandone la realizzazione tra il 1834 e il 1835. Tale datazione appare tanto più plausibile se si pensa al fatto che in quel periodo i rapporti tra l’artista e il colonnello erano assai frequenti e l’opera potrebbe essere stata commissionata direttamente dal de Catinelli oppure potrebbe trattarsi di un omaggio del pittore al suo benefattore per ringraziarlo dell’interessamento nei suoi confronti, anche se ciò difficilmente spiegherebbe l’iscrizione che compare sul nastro del mazzo di fiori sorretto dal fanciullo e che farebbe pensare ad un omaggio destinato ad onorare una ricorrenza matrimoniale. La cronologia dell’opera, inoltre, renderebbe ragione anche delle scorrettezze e delle durezze espressive del ritratto che dovrebbe essere considerato una delle opere d’esordio del suo giovane, ed ancora inesperto artefice”. Nella monografia dedicata a Giuseppe Tominz, Alessandro Quinzi (2011, pp. 60-61) ha convincentemente suggerito che il dipinto ritragga una bambina anziché un maschietto, come dimostrano, in particolare, i gioielli che ella indossa, escludendo in tal modo il tradizionale riconoscimento con il figlioletto del Cantinelli. Lo studioso ha anche individuato la fonte di ispirazione del Battig nel Ritratto di Marie Caroline di Borbone con i figli, dipinto nel 1822 da François Gerald (1770-1837) e noto attraverso la riproduzione all’acquaforte che ne trasse nel 1829 Adolphe Alexandre Joseph Caron (1797-1867), che il pittore poteva avere avuto a disposizione nello studio di Tominz. Il riferimento è alla figura della piccola Luisa Maria Teresa che si protende a porgere un mazzetto di fiori al fratellino in piedi sulla poltrona.

BIBLIOGRAFIA

Quinzi A., Giuseppe Tominz, Trieste 2011, 13

Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007

Ciancia L., La pittura di Giuseppe Battig (1820-1852), in Studi Goriziani, Gorizia 1989, n. 70, luglio–dicembre

Bradaschia G., Andiamo insieme a visitare i Musei Provinciali di Gorizia, Gorizia 1980

Tavano S., Il castello di Gorizia e il suo borgo, Trieste 1978

Fanciullo arte, Il fanciullo nell'arte. Giugno triestino, Trieste 1936

Esposizione Artistica, Esposizione Artistica Gorizia 1894. Catalogo-Guida, Gorizia 1894

Ippaviz L. C., La Prima Esposizione Artistica Goriziana, Gorizia 1888