in alto a destra: Barison/ 24.3.97
verso, sul telaio in basso: Signora[...]Reichmann - Rabatta/ Gorizia[...]18[...]
Ritratto di una donna anziana a mezzo busto quasi in posizione frontale. Indossa un abito nero con ampie maniche arricciate e una doppia fila di bottoni. Al collo è appuntata una spilla d'oro e alle orecchie porta un paio di orecchini. Ha i capelli raccolti dietro la nuca con scriminatura centrale. Lo sfondo è indefinito sulle tonalità del marrone.
Il dipinto, in pendant [cfr. inv. 604/06 - scheda OA 22327] con il precedente, propone il ritratto a mezza figura della signora Reichmann, che da nubile portava il cognome di una delle più note famiglie nobili di Gorizia. La sagoma corpulenta dell’anziana donna si dilata sulla superficie della tela, avvolta in un abito scuro di cui si distingue appena la linea essendosi concentrata l’attenzione del pittore sul volto austero dell’effigiata che rivolge al riguardante uno sguardo franco e diretto. L’acconciatura semplicissima con i capelli grigi scompartiti in due bande ai lati del viso e raccolti sulla nuca, accentua l’espressione severa e quasi burbera dell’effigiata, colta in tutta la sua pregnanza dall’osservazione impietosa dell’artista. Unica notazione frivola appaiono gli orecchini e la spilla che serra il colletto dell’abito della donna, appena rischiarato da quel lampo di luce dorata. Anche nell’impostazione di questo ritratto, così come per il precedente, il pittore ha eliminato ogni indicazione ambientale per concentrarsi piuttosto sull’indagine introspettiva e sulla resa psicologica dei tratti del volto della donna. La firma ci permette di ricondurre con certezza l’esecuzione del dipinto all’artista triestino di nascita ma viennese di formazione Giuseppe Barison. Emerge, con prepotenza, nel presente ritratto l’attenzione al dato di realtà che sempre contraddistinse la pittura del suo artefice il quale aveva portato a compimento i propri studi presso l’Accademia di Belle Arti a Vienna sotto la guida di Karl Blaas e Ritter von Engerth. Lo sguardo vivace della donna caratterizzato dalla mobilità oculare che il pittore ha catturato nel colpo di luce evidenziato accanto alle pupille, il volto appesantito dal trascorrere del tempo, i capelli grigi restituiscono nel loro insieme, con notevole veridicità e realismo, la fisionomia della signora Reichmann, ma anche il suo carattere forte e deciso e la sua capacità di dominare ogni situazione. Il dipinto, realizzato nel luglio del 1897, rappresenta un’importante testimonianza dell’ormai raggiunta maturità artistica di Barison che, proprio in quegli anni, aveva intensificato i suoi legami con l’ambiente artistico monacense partecipando, con assiduità alle mostre organizzate al Glaspalast del capoluogo bavarese. Un’opera quest’ultima, che presenta non poche affinità stilistiche con il Ritratto di vecchia signora (Trieste, Museo Revoltella) firmato e datato dall’artista al 1890, attestando la piena adesione dell’artefice ai dettami della cultura figurativa oltralpina, nonostante il soggiorno veneziano da cui Barison era rientrato nel 1887, ma che non aveva apparentemente lasciato traccia alcuna nel suo linguaggio espressivo. (GRANSINIGH 2007, p. 72)
Gransinigh V., Schede, in La Pinacoteca dei Musei Provinciali di Gorizia, Vicenza 2007
Gardonio M., Giuseppe Barison, Trieste 2006, 8
Malni Pascoletti M., Aureo Ottocento. La collezione di gioielli dei Musei Provinciali di Gorizia, Udine 1989
Malni Pascoletti M., La pinacoteca di Palazzo Attems, in Studi Goriziani, Gorizia 1977, XLV