sulla merce: N. 87
sulla merce: N. 99
Linussio è rappresentato a figura intera, in un interno arredato con una rappresentazione della Crocifissione e illuminato da una lampada pensile, rivolto di tre quarti verso sinistra, con lo sguardo diretto all'osservatore. Egli è in piedi presso la merce imballata, che indica con un lungo bastone, mentre nella mano sinistra reca una moneta che offre a due bambini dagli abiti laceri che corrono verso di lui staccandosi dall'anziana mendicante seduta in basso a destra. Linussio indossa una camicia bianca chiusa al collo da una sciarpa, che si scorge sotto la sottomarsina dorata e la marsina blu con alti paramani, portata aperta sopra pantaloni color prugna sopra le calze bianche, e scarpe nere con la fibbia. La veste è completata da una lunga parrucca di boccoli incipriati e da guanti. Alle sue spalle due uomini sono intenti a sbrigare lavoro d'ufficio mentre all'esterno compare la moltitudine delle donne lavoranti nelle sue fabbriche. Sullo sofndo appare lo stabilimento tolmezzino in costruzione.
Secondo Raffaella Cargnelutti, l'opera non può essere datata oltre il 1741, "quando si conclude la realizzazione della fabbrica di Tolmezzo, descritta in costruzione sullo sfondo. Vista la puntigliosa diligenza degli artisti carnici nell'eseguire particolari della scena rappresentata, con dovizia di realistici dettagli mai casuali, non si giustificherebbe una esecuzione dell'opera post mortem, con la fabbrica ancora in costruzione" (cfr. Cargnelutti, 2005, p. 45). La studiosa esclude pertanto l'attribuzione al Pellizzotti, nato nel 1740, avanzata in precedenza (cfr. Grattoni d'Arcano, 2003, pp. 160-162) e accolta dagli studi (cfr. Metz, 2006, p. 442), proponendo tentativamente, "per affinità stilistica" con un ritratto del Linussio che si conserva al Museo carnico (inv. n. 1363, cfr. OA 17796 - NTCN 00154599), il nome di Silvestro Noselli (cfr. Cargnelutti, 2005, p. 45). Gilberto Ganzer (2006, p. 152), infine, accoglie nuovamente l'ipotesi che si tratti di un'opera eseguita post mortem, "presumibilmente alla fine degli anni sessanta; una ‘memoria’ voluta dai cugini suoi ‘agenti’ in Paularo e Moggio che compaiono in relazione costante con il pittore del luogo Francesco Pellizzotti".
Metz F., Schede, in In hoc signo. Il tesoro delle croci, Milano 2006
Ganzer G., Schede, in 1956-2006. 50 anni di Corte costituzionale. Le immagini, le idee, Milano 2006
Cargnelutti R., Appunti per una storia del ritratto pittorico in Carnia. Opere dal XVI al XVIII secolo, in Nicola Grassi Ritrattista, Tolmezzo (UD) 2005
Grattoni d'Arcano M., Scheda, in Più vivo del vero. Ritratti d'autore del Friuli Venezia Giulia dal Cinquecento all'Ottocento, Cinisello Balsamo (MI) 2003
Gortani M., L'arte popolare in Carnia. Il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni popolari, Udine 2000
Ganzer G., La Repubblica e la terraferma: il XVIII secolo, in Jacopo Linussio. Arte e impresa nel Settecento in Carnia, Udine 1991
Gortani M., L'arte popolare in Carnia. Il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni popolari, Tolmezzo (UD) 1978
Gortani M., L'arte popolare in Carnia. Il Museo Carnico delle Arti e Tradizioni popolari, Udine 1965
Mostra costume, Mostra del costume delle Alpi carniche, Udine 1959