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angolo inferiore destro, cartellino: 45
Un angelo, che tiene per mano un bimbo, indica con il braccio destro il cielo, dove è situato l'Occhio di Dio racchiuso dentro il simbolico triangolo. Il fanciullo viene così salvato dal precipizio sottostante, dal quale sorgono le fiamme dell'inferno.
Il dipinto in questione è attribuibile a Johann Michael Lichtenreiter per alcune cifre pittoriche come il drappeggio delle vesti e le fisionomie dei volti, che caratterizzano la sua produzione più tarda presso il Monastero di Sant'Orsola. L'opera presenta infatti alcune somiglianze formali con la Sacra Famiglia, il Cristo al Getsemani e il Compianto sul Cristo, riscontri che ci permettono di datare l'opera attorno al 1770 (cfr. Geroni, 1996, p. 151). La composizione, ripresa dalla famosa rappresentazione del medesimo tema di Pietro da Cortona (il dipinto attualmente è conservato all'interno della Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma), è stata probabilmente desunta dalla conoscenza della stampa eseguita da G.M. Testana (cfr. G. Briganti, Pietro da Cortona, Firenze, 1962, p. 258, scheda 127). Più tardi, nel 1776, Johann Michael Lichtenreiter si cimenta con lo stesso soggetto in una pala dipinta per il Monastero di Sticna.
Geroni L., Recensione a "I Lichtenreiter nella Gorizia del Settecento", in Studi goriziani, 1996, LXXXIV, luglio-dicembre