dipinto murale, ambito altoadriatico, XIV

Delle due scene affrescate si è conservata solo la porzione sinistra, compresa tra la parete della facciata dell'atrio e il muro dell'antica residenza degli abati (ora Municipio). Nel riquadro superiore è visibile parte di un cavaliere a cavallo. Il primo indossa un'armatura in maglia metallica e una veste senape, mentre l'animale è coperto da una gualdrappa beige sulla quale è presente uno stemma trinciato (vale a dire diviso in due da una diagonale dall'alto a destra, al basso a sinistra) di rosso e di bianco con un grifo rampante a colori invertiti rispetto al fondo, che si ripete anche nella sella verde. Nella scena inferiore due cavalieri si affrontano in combattimento con la spada. Entrambi i personaggi indossano l'armatura e la celata, il primo imbraccia un elmo inquartato di bianco e di rosso e tiene l'arma sollevata, mentre la spada dell'altro è stata appena spezzata, tanto che se ne vede la punta che sta cadendo a terra. Nella parte superiore è presente un'iscrizione graffita in caratteri gotici.

Enrica Cozzi (2001, p. 163) rileva "analogie piuttosto strette" dei due riquadri con "codici miniati mediotrecenteschi di ambito veneto, tra i quali spicca per importanza il ms. fr. XXI (= 257) della Biblioteca Nazionale Marciana di Venezia (Entrée d'Espagne), dove specie nelle quattro miniature a piena pagina (ff. 160v-162r) compare un gusto affine nell'impaginazione, compresi anche i singoli dettagli e la vivezza del colorito pastoso". La studiosa assegna i dipinti a un maestro che si ispira alle miniature che illustrano opere letterarie come quella citata ed è attivo intorno alla metà del XIV secolo.