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Il dipinto raffigura il momento in cui Teseo e Piritoo si giocano ai dadi Elena, dopo averla rapita.
Nella scelta del tema si nota già la venatura romantica che percorre la poetica neoclassica, ormai estenuata. L'opera pordenonese rappresenta una copia di quella attualmente conservata al Museo Civico di Treviso. Come chiarito da Mazzocca nel 1989 la versione attualmente a Treviso fu la prima ad essere dipinita, presentata all'Esposizione accademica di Venezia nel 1830 e l'anno successivo all'esposizione di Brera. Riportato a Venezia il dipinto fu conservato dall'artista nel proprio studio presso l'Accademia di Venezia dove Neu Mayr lo vide. La copia pordenonese risale probabilmente allo stesso periodo. Esposto ancora una volta nel 1838 in occasione di una mostra organizzata dall'Accademia di Venezia per celebrare la visita di Ferdinando I d'Austria, il dipinto presentava alcune varianti rispetto alla versione già esposta, ma non è chiaro se si trattasse di una tela completamente nuova. L'opera esposta risulta successivamente acquistata dal collezionista triestino Carlo Fontana, da questi passò a Giacomelli che infine la lasciò al Museo di Treviso. Se tale documentazione è corretta la tela pordenonese, acquistata dagli eredi dell'artista, sarebbe dunque una copia rimasta invece di proprietà del pittore. Sotto il profilo stilistico il dipinto rappresenta un chiaro tentativo di recupero del tonalismo veneto, cui si accompagna la lezione della pittura seicentesca bolognese.
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