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in basso a destra: MAGNANO 66
Tonalità cupe: grigi, neri, bianchi lividi dominano la scena. Il paesaggio, appiattito da una stesura piana e orizzontale, è movimentato qua e là da pochi sterpi.
La campagna in quest'opera del 1966, appare statica, quasi addormentata. Il sonno è però un segno di dolore, del dolore di chi, avendo imparato ad a mare la terra quale unica fonte di sostentamento, vede scardinare tutte le proprie certezze dall'ondata consumistica degli anni sessanta. Ecco quindi cieli plumbei, terre incolte abbandonate, "tradite" dall'uomo abbagliato dal mito dell'industria. Sono paesaggi immobili quelli che Canci Magnano dipinge in questi anni con sempre maggior frequenza, spesso coperti di neve: punto estremo di di stasi, di inattività, di quel sonno che cala sul mondo agreste in quegli anni . L'opera è entrata nella collezione della Provincia in seguito al concorso del 1966 per la nuova sede dell'Istituto "Malignani", classificandosi al quarto posto ex aequo.
Provincia arte, La Provincia e l'arte. 100 opere di pittura e scultura del '900 di proprietà dell'Amministrazione provinciale di Udine, Udine 1988