in alto a destra: E. Sambo
Ritratto di Licia Sambo a mezzo busto e seduta. La giovane indossa un semplice abito a maniche corte verde e porta i capelli scuri raccolti in due lunghe trecce che le ricadono sul petto. Alle sue spalle uno sfondo neutro, privo di dettagli.
Quest'opera si inserisce nel pieno della fase novecentista di Edgardo Sambo. In essa l'artista ritrae la giovane figlia, ancora adolescente, a mezzo busto e leggermente di tre quarti contro uno sfondo neutro e privo di dettagli. La ragazza indossa un semplice abito verde e, seduta, appoggia una gamba sull'altra come si può dedurre dal ginocchio che si scorge sul margine sinistro del dipinto, in basso, delineato da pochi tratti essenziali. La figura esibisce ancora una soda corposità com'è ravvisabile dal volto, di cui l'artista ricostruisce la fresca giovinezza attraverso pochi tocchi volumetrici di colore. Una netta linea scura delinea la forma, intensificandone l'effetto volumetrico, anche se leggermente attenuata in alcune parti. Licia appare nell'opera assorta e pensierosa e questo suo atteggiamento contribuisce a suggerire un'atmosfera carica di attesa e quasi sospesa. In questo senso tale realizzazione pittorica anticipa gli sviluppi della ricerca di Sambo degli anni successivi. Essa rivela contaminazioni con alcune delle frange più avanzate dell'Avanguardia italiana, le sperimentazioni di Casorati e di Piero Marussig, con i quali del resto Sambo fu direttamente in contatto anche per via epistolare.
Cataldi A.T., Edgardo Sambo, Trieste 1999, 1
Fasolato P., Donazione Sambo, Trieste 1989, maggio