Statua raffigurante san Giovanni mutila di entrambe le mani; nella sinistra l'evangelista reggeva il calice con il serpente. Retro incavato.
La statua è stata recuperata dalle macerie della chiesa di provenienza. Come risulta dalla documentazione fotografica era abbinata a un'altra statua (San Giovanni Battista) dispersa a seguito del terremoto. Entrambe furono assegnate ipoteticamente da Giuseppe Marchetti a una bottega tedesca. In attesa di studi più approfonditi, l'ambito di esecuzione viene individuato in quello alpino.
Merluzzi F., Schede, in E vennero d'Austria e di Germania. Opere e artisti d'Oltralpe a Gemona (1400-1800), Tavagnacco (UD) 1995