sul secondo rilievo da destra, a destra in basso: ermacora/ 99
I pannelli e i rilievi in ceramica si dispongono sull'intera parete di fondo della sala consiliare. Sulla parte sinistra della parete segni circolari incisi su pannelli bianchi di medium density ricordano il quadrante di un orologio che segna le nove meno un quarto, l'ora del terremoto. Nella parte destra due pannelli di uguale altezza, ma di larghezza diversa, eseguiti in terrracotta riproducono le lacerazioni, le rovine, le rotture, le morti che il terremoto inferse al Friuli.
Il rilievo occupa la parete di fondo della sala consiliare e l'esecuzione dell'opera fu deliberata nel 1998 per commemorare l'anniversario del terremoto del Friuli. Ermacora non è nuovo alle realizzazioni pubbliche avendo progettato per il comune di Cassacco un monumento a Bindo Chiurlo e la stele commemorativa della Resistenza. Prima della sua scomparsa, l'artista era impegnato nel recupero del fregio in ceramica eseguito da Luciano Ceschia per il cinema Margherita di Tarcento, di cui aveva recuperato alcune parti. Il rilievo di Ermacora riproduce sulla sinistra gli orologi dei campanili friulani, che si fermarono a segnare per sempre l'ora del terremoto, sulla destra i pannelli in ceramica riproducono le distruzioni causate dal sisma. Al di fuori dei pannelli in terracotta, l'apparato decorativo è realizzato in medium-density bianco su bianco, riproducendo con le ondulazioni delle superfici le onde sismiche. Questo modo di trattare la superficie formale si riscontra anche nelle medaglie. L'uso del monocromo, inciso e modellato si riallaccia alla serie di grafiche cortili, in cui la carta era abbinata alla ceramica. Nell'opera monumentale Giancarlo Ermacora evidenzia il gusto materico dei materiali combinati tra loro in modo originale come il medium-density e la terracotta grezza. Il medium density è un materiale usato nell'industria del mobile e riscoperto per fini artistici da Ermacora che ne apprezzava l a duttilità, la possibilità di essere sagomato in curva e colorato. La terracotta è legata alla tradizione dei fornaciai, viene usata senza smalti o vetrine, colorata parcamente con ossidi che devono rendere il passaggio del tempo. Come nei dischi, anche a Magnano la materia è lavorata con tagli, estroflessioni, lacerazioni che imitano quasi le faglie sotterranee. Maniacco scrive (1997, p.16) che la ceramica "è un grande e tagliente rilievo, una scheggia, una spina per ferire le nostre accomodanti coscienze". Per G. Ellero l'uso della ceramica da parte di Ermacora segna un salto di qualità nella sua carriera artistica essendo un materiale "più caldo e più vicino al mondo contadino del Friuli, al quale l'artista si sente particolarmente legato" (2003, s.p.). Nella composizione si evidenzia il contrasto tra le parti dalle superfici nitide e dure e le parti in ceramica "elegante nella sua brutalità" (Maniacco, 2000, p. 13).
Giancarlo Ermacora, Giancarlo Ermacora ceramista scultore, Udine 2005
Ellero G., Ermacora, discorso sulla materia, in Giancarlo Ermacora scultore, Udine 2003
Maniacco T., Il lungo viaggio di Ermacora, in Il Friuli, Udine 1997, 8 agosto